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Covid-19, Marsilio: "Regioni in prima linea per evitare nuove chiusure" [VIDEO]

Il presidente della giunta regionale inoltre sottolinea che "se il 10-15% della popolazione non si vaccina errori ci sono stati"

«Le Regioni sono in prima linea perché non chiuda più nulla».
È quanto dice, come riferisce l'agenzia Dire, il presidente della giunta regionale abruzzese, Marco Marsilio, a SkyTg24.

Marsilio dice anche «no a messaggi schizofrenici o pesanti danni all'economia.

«Io sono contento che sia così e credo di stare in prima fila insieme agli altri miei colleghi presidenti oltre ai sindaci nel fare in modo che questo possa avvenire», afferma Marsilio, «l'obiettivo è esattamente quello: mettere in sicurezza il Paese ed evitare chiusure e restrizioni che danneggiano l'economia».
Poi Marsilio, commentando le parole del sottosegretario al ministero della Salute Andrea Costa, dice: «Adesso noi possiamo dire che nel Paese non chiuderà più nulla. Anche solo il troppo parlare di passaggio in fascia gialla, che peraltro ha conseguenze molto leggere sulla libertà movimento e associazione delle persone, ha portato a disdire prenotazioni, viaggi e turismo. Il danno economico che si fa quando si crea inutile allarmismo è molto pesante. Io credo che si debba stare con prudenza con i piedi piantati per terra; nè fare ottimismo a ben mercato ma neanche allarmismo spicciolo, perchè questi messaggi contrastanti, a volte schizofrenici, producono solo danni. Bisogna avere il sano buon senso nell'affrontare la questione e ricordare che non basta il vaccino per sconfiggere la pandemia ma sanificazione i locali ed evitare l'adozione di comportamenti imprudenti».

Poi il presidente della giunta regionale è tornato a parlare della questione vaccini sottolineando che «se il 10-15% della popolazione non si vaccina vuol dire che ci sono stati errori, lo Stato doveva farsi garante di un indennizzo che non vuol dire obbligo».

«Una cosa è fare i conti con il 2 msssimo il 5% di persone totalmente ideologicamente refrattarie al vaccino, ma quando diventano il 10-15% è evidente che c'è stato un errore di comunicazione e approccio, una campagna poco efficace nella trasparenza e nel rassicurare cittadini», evidenzia Marsilio, «da mesi dico che se lo Stato avesse introdotto il diritto all'indennizzo, lavrebbe dato un messaggio rassicurante. Li avrebbe invogliati a farlo sentendosi più protetti e sicuri di fronte ad uno Stato che avrebbe comunicato in maniera chiara la sua convinzione che il vaccino non sia solo utile e necessario, ma anche sicuro sotto tutti gli aspetti, tranne che per quel ridottissimo margine riguardo gli effetti collaterali anche gravi che esistono, ma che rientrano in una statistica accettabile e rispetto ai quali lo Stato si sarebbe fatto garante». Marsilio ribadisce la sua posizione sul green pass, misura da lui sempre criticata e su cui non ha dunque cambiato idea. Il Governatore ha quindi sottolineato che la sua posizione non si traduce nell'essere favorevole all'obbligo, ma al solo indennizzo: «Non puoi metterti nel guado e dire sei libero di farlo o non farlo però poi chi non lo fa sta a casa senza stipendio, non porta a casa il pane e non può fate vita sociale: è chiaro che non è più facoltativo. Succede ormai a qualche milione di persone che ammette candidamente di averlo fatto perché si è sentito costretto però poi nell'hub devono firmare le liberatorie e assumersi la responsabilità. Per l'indennizzo, al contrario di quanto dicono alcuni esponenti del Governo con cui mi sono confrontato pubblicamente, non esiste alcuna procedura amministrativa. C'è sì la sentenza della Consulta firmata dall'attuale ministro Cartabia che dice proprio questo, e cioè che quando i vaccini sono fortemente raccomandati e la popolazione è spinta a vaccinarsi al di là della propria convinzione perché c'è un'tilità sociale di tutta al comunità, lo Stato deve indennizzare, ma la legge attuale da questo punto di vista è insufficiente».

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