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Coronavirus, focolaio nell'ospedale di Lanciano: scatta l'esposto ai carabinieri

Dopo Ortopedia, anche nel reparto di Medicina si sono registrati diversi casi: il consigliere del Movimento 5 stelle Taglieri si è rivolto alle forze dell'ordine e invoca chiarezza in un'interpellanza

Scatta l'esposto ai carabinieri per fare chiarezza sui casi di Coronavirus nell'ospedale Renzetti di Lanciano: dopo il contagio nel reparto di Ortopedia, che è stato chiuso, ora è la volta della Medicina. Per questo, il vice presidente della commissione Sanità Francesco Taglieri, che già nei giorni scorsi aveva sollevato il problema, si è rivolto alla locale stazione "per sollecitare la messa in pratica di ogni azione di controllo e valutazione degli errori commessi”.

L'esponente del Movimento 5 stelle ha anche presentato un'interpellanza al presidente Marco Marsilio e all'assessore Nicoletta Verì per chiedere una spiegazione sui ritardi nella gestione degli eventi di contagio in ospedale e quali misure abbia intenzione di adottare la Regione per prevenire nuovi episodi di questo genere. “La salute del personale sanitario - tuona Taglieri - non può essere mai messa a repentaglio. La presenza di un'emergenza come quella del Coronavirus non deve diventare la motivazione per cui si deroga a prescrizioni previste dalla legge, che tutela il lavoratore in ogni azione che svolge all'interno delle strutture ospedaliere. Purtroppo, le notizie arrivate dall'ospedale Renzetti di Lanciano testimoniano come, in determinati casi, gli operatori non siano stati tutelati a dovere".

“Le misure in materia di sicurezza sul luogo di lavoro, previste nel decreto legislativo 81/2008 parlano chiaro. Sono qui prescritti una serie di obblighi inderogabili in capo al datore di lavoro - aggiunge Taglieri - che deve limitare al minimo i lavoratori esposti, o potenzialmente esposti, al rischio di agenti biologici, proteggere il personale anche con l'utilizzo di Dispositivi di Protezione Individuali adeguati e adottare misure di protezione collettive qualora non sia possibile evitare l'esposizione. In questa direzione vanno anche le circolari diramate sia dal ministero della Salute dal momento dello scoppio dell'emergenza Covid19, che il testo del decreto Cura Italia”.

“Non altrettanto specifiche sono state invece le disposizioni della Asl Lanciano Vasto Chieti che, in una nota della direzione generale, invita il personale sanitario asintomatico e venuto a contatto con un paziente affetto da Coronavirus a proseguire la propria attività professionale, senza fare alcun cenno né a misure di contenimento del contagio né a sorveglianza sanitaria. Andando nel particolare, al Renzetti di Lanciano abbiamo visto il ripetersi di episodi ben più gravi. Tra gli altri, è giusto ricordare la presenza, di fatto, di un focolaio nel reparto di Ortopedia, con ben 9 pazienti su 13 risultati positivi, di cui due donne anziane successivamente decedute, il decesso di un paziente in Utic/Cardiologia, dopo essere transitato anche dal reparto di Medicina, senza che fossero seguite le dovute prescrizioni di sicurezza previste sui casi positivi. Ciò ha portato al conseguente espandersi di numerosi casi di positività anche tra il personale sanitario, mentre il reparto di Medicina non viene ancora chiuso e sanificato. Tutto ciò all'interno di una struttura che era stata identificata come Covid free".

“Qualcosa nella catena di controllo – conclude – non ha funzionato. È evidente ed è nostro dovere chiedere che sia fatta chiarezza. Ma per prima cosa, invito il governo regionale e gli organi preposti a prendere ogni precauzione possibile e a garantire la sicurezza dei lavoratori. Abbiamo già pagato un prezzo altissimo in termine di vite umane e di contagi. Non si può continuare a mettere a rischio la salute di chi combatte questa battaglia contro il Coronavirus in prima linea”.

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