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Conti del Comune in rosso, anche Marzoli chiede le dimissioni del sindaco

Il consigliere del Pd invoca inoltre l'organizzazione di un consiglio straordinario e approva la proposta dei 5 stelle di nominare una commissione d'inchiesta

Ennesimo richiamo della Corte dei Conti al Comune di Chieti e le opposizioni insorgono, chiedendo al sindaco Umberto Di Primio di lasciare la carica di primo cittadino. Prima i consiglieri del Movimento 5 stelle, che hanno chiesto a Di Primio le dimissioni. Ora il consigliere del Pd Alessandro Marzoli, che invita il sindaco a "restituire immediatamente la parola alle urne", evitando di "prolungare l'incertezza e il disinteresse verso Chieti", in vista della sua candidatura alla Regione. 

Nei rilievi dei magistrati contabili emerge, per l'ennesima volta, il ricorso all'anticipazione di liquidità e la mancanza di adempimenti richiesti dalla legge, per evitare l'andamento negativo dei conti. Il risultato è un debito di 13 milioni di euro e il controllo degli ispettori ministeriali.

Una cifra che fa rabbrividire - commenta Marzoli - se si pensa che, nonostante si sia speso molto più di quello che si incassa, la città non ha tratto alcun beneficio reale da queste spese. Chieti è una grande città, un capoluogo di provincia, dalla storia importante, ma oggi appare stanca, svuotata e senza speranze. L'antica Teate è oggi una città decadente che non ha saputo trovare alcuna nuova opportunità dalla globalizzazione. È indecente che il sindaco Di Primio, che frequenta con vari ruoli il Comune di Chieti da circa venticinque anni continui a scaricare le colpe sugli altri. Lo ha fatto prima sui revisori dei conti, che si è scoperto facevano bene il loro lavoro e dicevano la verità.

Poi lo ha fatto sull'opposizione, accusandola di ingiustificato allarmismo, salvo scoprire che si trattava di motivatissime preoccupazioni. Lo ha fatto sulle società partecipate dell'ente, che a suo dire non svolgono adeguatamente il loro compito, sottacendo il fatto che i vertici delle stesse li ha nominati lui. E la notizia dell’inchiesta della procura su eventuali comportamenti non corretti nella riscossione non giustifica nulla, ma aggrava solamente la situazione. Infine l'accusa decisiva, quella più grave, quella ai nostri concittadini: per il sindaco la colpa del disastro è tutto delle teatine e dei teatini che non pagano le tasse, dimenticando che l'attenzione sui residenti e la responsabilità degli eventuali controlli da ben otto anni sono solo nelle sue mani. Nessuna presa di coscienza o assunzione di responsabilità.

Marzoli chiede l'organizzazione di un consiglio comunale straordinario per discutere dei debiti del Comune di Chieti e si aggancia alla richiesta di una commissione d'inchiesta, presentata dal collega Ottavio Argenio (Movimento 5 stelle).

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