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Abolizione Province: in Abruzzo 4 consigli straordinari per dire No

Si terranno domani i Consigli provinciali straordinari per protestare contro l'articolo 23 del decreto "Salvaitalia". I presidenti delle 4 province abruzzesi: "A rischio scuole, manutenzione delle strade, servizi per disabili"

Si terranno domani in Abruzzo, come in tutta Italia, i Consigli provinciali straordinari per protestare contro l'articolo 23 del decreto "Salvaitalia", che priva le Province delle attuali funzioni trasformandole in enti di coordinamento. "No all’Italia senza le Province" è il tema dell’Ordine del giorno delle sedute che si terrranno nel pomeriggio, quella in Provincia di Chieti è prevista alle 17.

Questa mattina (30 gennaio) in conferenza stampa a Pescara i presidenti delle quattro province abruzzesi, Antonio Del Corvo (L'Aquila), Enrico Di Giuseppantonio (Chieti), Guerino Testa (Pescara) e il presidente del Consiglio provinciale di Teramo Mauro Martino (per il presidente, Valter Catarra) hanno spiegato le ragioni della protesta. 

"Domani presenteremo un documento molto importante che sollecita il Parlamento a rivedere l'articolo 23 del Decreto Monti - ha detto Enrico Di Giuseppantonio - Secondo noi ci sono profili anticostituzionali, ma al di là di questo vogliamo far comprendere il valore demagogico dello svuotamento delle funzioni delle Province, che rimarrebbero esclusivamente per le funzioni di indirizzo politico. Se tutto questo dovesse accadere si creerebbe un vulnus democratico, perchè il presidente non sarebbe più eletto dai cittadini, ma nominato dal Consiglio provinciale stesso".

I presidenti hanno evidenziato anche le conseguenze sul piano pratico e gestionale di importanti servizi come quelli svolti dai Centri per l’Impiego, il Genio Civile, il trasporto dei disabili, la gestione dei Rifiuti e dell’Acqua, la manutenzione delle strade e delle scuole. Incognite gravano anche sul futuro dei dipendenti delle Province che dovessero risultare in esubero, e per i quali sarebbe inevitabile la collocazione in mobilità.

"Le Province – hanno detto ancora i presidenti – stanno dimostrando di essere Enti utili, enti di garanzia nei confronti dei Comuni, soprattutto dei più piccoli, mentre in questi mesi  è passato un messaggio errato che il Governo ha  tradotto in una operazione di facciata che determinerà solo un grande caos. Il cosiddetto costo della politica delle Province in Italia è pari appena all’1,49% della spesa pubblica. Costi che siamo disposti a rivedere e che si possono ulteriormente ridurre, ricorrendo ad esempio all’accorpamento delle Province più piccole".

Come si ricorderà i Presidenti Di Giuseppantonio e Testa la scorsa estate lanciarono la proposta di accorpare Chieti e Pescara.

"Sempre in tema di costi - hanno concluso -  si dimentica che in Italia esistono ben settemila enti con 24.000 consiglieri di amministrazione che costano ai cittadini 2,5 miliardi di euro, una giungla sulla quale nessuno ha il coraggio di intervenire".
 

 

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