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Il Comune di Guardiagrele respinge la cittadinanza onoraria a Patrick Zaky: è polemica

La maggioranza ha votato contro la proposta della consigliera Di Crescenzo, già adottata da altri comuni italiani come Chieti

Il consiglio comunale di Guardiagrele respinge la proposta della consigliera Gianna Di Crescenzo (Guardiagrele per tutti) di conferire la cittadinanza onoraria a Patrick Zaky, lo studente egiziano detenuto ingiustamente nel suo Paese d'origine da oltre un anno.

Un gesto simbolico già compiuto da molti altri comuni italiani, come ha già fatto anche Chieti.

La maggioranza, infatti, ha votato contro la delibera, motivando con il fatto che Zaky non ha alcuna attinenza con la città. Una motivazione, con conseguente bocciatura della proposta, che ha scatenato la polemica.

"Come se essere incarcerato da un anno senza poter vedere la propria famiglia, i propri avvocati, senza assistenza sanitaria, come se aver criticato il regime di Al Sisi, la dittatura egiziana che vìola i più elementari diritti individuali, non costituisca un merito. Ma il centrodestra ha anche affermato che 'ci sono altre strade da percorrere', senza specificare però quali, e che "una cittadinanza in più o in meno per Patrick non fa la differenza", dice il gruppo consiliare.

"Rispettiamo dunque la decisione della maggioranza, ma certamente non ne condividiamo le ragioni né le comprendiamo minimamente. Speriamo almeno che lo striscione che chiede la verità per Giulio Regeni torni presto a sventolare, se non dal balcone, almeno da una finestra del nostro municipi", concludono.

Per la professoressa Elvira Orsini, dare la cittadinanza onoraria allo studente egiziano "sarebbe stato un gesto di enorme significato simbolico per una cittadina che ha sempre proclamato, fatto suoi e considerati imprescindibili, in tutte le loro espressioni, i valori umani di solidarietà, legalità e difesa delle libertà".

"Avremmo voluto - aggiunge - che si riconoscesse come l’adesione all’iniziativa, seppur simbolica, nel suo piccolo sarebbe stata utile a sensibilizzare, insieme a tutte le altre città, le istituzioni internazionali e nazionali e che avrebbe avuto una tale forza civica da indurre il governo italiano a prendere quella posizione diplomatica decisa e risolutiva, che è mancata nel caso di Giulio Regeni. La cittadinanza onoraria doveva essere intesa come uno strumento per contribuire alle pressioni internazionali sul governo egiziano per il rilascio del giovane ricercatore, perché, come dicono i giovani di GoFair: 'Possono ignorare qualche voce sola nel vento, ma non potranno ignorare il frastuono di 100 città con Patrick'."

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