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Il Comune di Guardiagrele in dissesto finanziario, l'ex sindaco si difende: "Buco inesistente"

Simone Dal Pozzo commenta la dichiarazione di dissesto avanzata dall'amministrazione Di Prinzio e le accuse da parte dell'ex alleata Gianna Di Crescenzo

“È incredibile la mole di inesattezze, imprecisioni e persino calunnie che condiscono non solo gli atti della giunta Di Prinzio sulla dichiarazione del dissesto, ma anche gli interventi pubblici e i comunicati che la giunta e l’opposizione guidata da Di Crescenzo contengono”. 

L'ex sindaco di Guardiagrele, Simone Dal Pozzo commenta la dichiarazione di dissesto avanzata dall'amministrazione Di Prinzio e le accuse da parte dell'ex alleata Gianna Di Crescenzo.

II gruppo “Guardiagrele il bene in comune”, guidato da Dal Pozzo sulle delibere del 30 luglio non ha partecipato al voto.

“Perché sosteniamo che il dissesto sia una scelta politica? – prosegue la nota – Per il semplice fatto che l’amministrazione con Donatello Di Prinzio e Pierluigi Dell’Arciprete, supportati da consiglieri che erano sulla scena anche all’inizio del nostro mandato nel 2015, hanno stabilito di percorrere questa strada. La storia si ripete, ma le risposte sono diverse. Quando iniziammo il nostro lavoro nel 2015 ci venne detto di tagliare servizi e dichiarare il dissesto, ma noi scegliemmo di amministrare, di prendere i problemi di petto nonostante crediti da riscuotere per milioni, previsioni sballate su sociale, trasferimenti dello stato, pagamento di concessioni, oneri di urbanizzazione mai contabilizzati e fornitori, come la Sasi, di cui non si registravano neanche le fatture.  Noi scegliemmo la strada più difficile, ma decidemmo di essere i protagonisti. Oggi cosa succede? Guardiagrele sarà, di fatto, nelle mani di un collegio di commissari e dei loro consulenti ed è assurdo far passare l’idea che non ci saranno conseguenze". 

Ma cerchiamo di capire meglio – prosegue la nota. Ci parlano di posizioni aperte per il 2020, ma negli atti c’è un elenco di fatture non pagate per circa 700mila euro tutte del 2021. Ci dicono che abbiamo barato nella determinazione del fondo che garantisce i crediti facendo passare il cosiddetto metodo manuale che noi abbiamo usato per una manomissione fraudolenta della contabilità. La verità è che facendo severe azioni di recupero e aumentando la capacità di riscossione quel fondo si può tenere più basso. E tutto questo è legittimo e soprattutto ci consentiva di lavorare. Dicono, come a voler accusare di una pratica illegittima, che abbiamo utilizzato i fondi del mutuo per il palazzetto o per le opere pubbliche per pagare stipendi e fornitori. Questo è possibile in base alla legge e, anzi, è consigliabile perché evita di farsi prestare soldi dal tesoriere e di pagare interessi. Invece la giunta dice che deve pagare fatture, ma non lo fa pur avendo oltre 3 milioni in cassa. Perché?

Secondo Dal Pozzo "la giunta Di Prinzio ha premeditato questa situazione che denota incapacità di gestire le difficoltà e la precisa volontà di screditare chi, in questi anni, ha dato tutto per la città.  A loro si unisce Di Crescenzo che, purtroppo, parla con approssimazione e condisce i suoi comunicati con una buona dose di calunnie adombrando illegalità: è chiaro che non conosce nulla, come lei dichiara quando parla dell'assenza dalla scena negli ultimi 5 anni, e ha trovato la sua casa nella giunta di destra alla quale è unita dal gusto di demolire la vecchia amministrazione. E mentre si dichiara che c’è un buco inesistente di 3 milioni e mezzo, l’amministrazione non è capace di spendere 15 milioni di opere pubbliche che sono ferme, a partire dalle scuole".

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