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Vicenda Burgo, lesi i diritti costituzionali: la lettera a Napolitano

Durante la seduta del Consiglio comunale straordinario, il gruppo Udc ha consegnato al Prefetto una lettera nella quale si chiede l'intervento del presidente della Repubblica per la riapertura delle trattative tra azienda e lavoratori in mobilità

Adesso interviene la politica sulla vicenda dei lavoratori ex Burgo: in mobilità da ieri (4 dicembre) dopo il mancato accordo sindacale.

Come anticipato, questa mattina durante la seduta il capogruppo dell'Udc al Comune di Chieti Alessandro Giardinelli ha consegnato al Prefetto Fulvio Rocco De Marinis la lettera indirizzata al capo dello Stato Giorgio Napolitano per richiedere il suo intervento alla riapertura delle trattative tra la Burgo Group e i rappresentanti dei lavoratori in mobilità.

“La lettera è stata indirizzata al presidente Napolitano in qualità di Garante della Costituzione – ha spiegato Giardinelli – perché riteniamo che in questa vicenda siano stati lesi i diritti costituzionali dei cittadini lavoratori, diritti sanciti dall'articolo 3 e dall’articolo 4, che sancisce: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto, e soprattutto dall'articolo 41, che specifica: L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La Costituzione in questi articoli indica che la responsabilità sociale è in seno a tutti i cittadini e che le imprese ne sono parte. In questo senso la chiusura totale dell'azienda alla contrattazione sindacale rappresenta un atto lesivo dei diritti costituzionali e pertanto richiede l'immediato intervento di colui che è il Garante della Costituzione, ovvero il presidente".

Per la politica a questo punto è fondamentale riaprire le trattative sia per poter ricollocare alcuni lavoratori nelle aziende del gruppo sparse sul territorio nazionale e sia per chiedere una riduzione dei costi dei terreni di proprietà dell’azienda, sui quali altre aziende andranno ad insediarsi con l’obbligo del riassorbimento occupazionale dei dipendenti ex-Burgo.

Ecco il testo integrale della lettera.

Ill.mo Signor Presidente,
lo Stabilimento di Burgo Group ha operato nella nostra città per circa settanta anni, vedendo succedersi generazioni di dipendenti e rappresentando una delle aziende più serie e produttive insediate nella valle del Pescara.
Nel Luglio del 2008 la Burgo ha deciso di dismettere lo stabilimento Teatino, stipulando un accordo sottoscritto al Ministero del Welfare, che prevedeva un anno di cassa integrazione e la concessione di un ulteriore anno di cassa integrazione alla ricollocazione del 30% dei 298 lavoratori, ovvero 90 unità. La CIGS scattò il 4 agosto 2008.
In data 12 novembre 2009 è stato stipulato un accordo di programma, sottoscritto da Regione Abruzzo, Provincia di Chieti, Confederazioni Sindacali, Confindustria RSU dello Stabilimento e “Cartiere Burgo”, ed in base a tale accordo il Comune ha rilasciato il permesso a smantellare e demolire la cartiera Burgo di Chieti Scalo.
I sindacati sono stati sin da subito fiduciosi sul raggiungimento della ricollocazione occupazionale dei lavoratori, considerando quelli che sarebbero andati in pensione, i lavoratori che avrebbero potuto accettare il trasferimento in altre realtà del gruppo e altri che potevano essere ricollocati in aziende che si sarebbero dovute insediare nello stesso sito occupato dalla Burgo .
Nel frattempo si sono prospettate possibilità di nuova occupazione e, in un momento di crisi congiunturale come questa, diventa indispensabile una serena ed esaustiva contrattazione tra le parti.
L'azienda, però, lo scorso venerdì 2 dicembre, ha chiuso ogni tipo di dialogo con i sindacati, evitando di chiudere l'accordo per la mobilità e procedendo, in completa solitudine e con atteggiamento stigmatizzato anche dalle Istituzioni presenti, al licenziamento di 133 maestranze.
Il contraccolpo sociale è di una gravità estrema per il nostro territorio, dove già 7 mila posti di lavoro sono stati persi e altre diverse centinaia rischiano di scomparire a breve.
I rappresentanti politici del Comune di Chieti la invitano, pertanto, a voler mediare con Burgo Group per una riapertura della trattativa tesa ad evitare uno stress sociale dai contraccolpi dilanianti per questo territorio, che come impresa non può ignorare.
Un dovere da cui non può prescindere in richiamo di più articoli della Costituzione della Repubblica Italiana, che Lei così egregiamente rappresenta.
 L'articolo 3 chiama la nostra Repubblica a : "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".
L'articolo 4 sancisce che:"La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto".
Soprattutto l'articolo 41 detta che: "L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali".

La responsabilità sociale è in seno a tutti i cittadini e le imprese ne sono parte. In questo senso la chiusura totale dell'azienda alla contrattazione sindacale e cooperazione per la fine quanto più indolore di questa vertenza, ci richiama, in qualità di rappresentanti politici del territorio, a chiedere il suo immediato intervento in qualità di Garante della Costituzione.
Riteniamo infatti fondamentale la riapertura delle trattative sia per percorrere la strada del ricollocamento ulteriore di alcuni lavoratori nelle aziende di Burgo Group sparse sul territorio nazionale, sia per chiedere una riduzione dei costi dei terreni di proprietà dell’azienda, che rappresenti un incentivo per quelle aziende che su quei terreni andranno ad insediarsi con l’obbligo del riassorbimento occupazionale dei dipendenti ex-Burgo.
Rimaniamo a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento sui dati analitici di questa vertenza.
Con viva preghiera, confidiamo nell'Illustrissimo intervento di sua Eccellenza.



 

 

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