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Bilancio approvato, Di Primio: "Chi non ha votato non scrive il suo nome sul futuro della città"

Con 15 voti il consiglio dice sì ai tagli al sociale, alla vendita della farmacia comunale e all'esternalizzazione dei nidi. Ma il sindaco rivendica la bontà del suo operato: "Arriveranno lavori per 40 milioni in tre anni"

Sono invece critici i consiglieri 5 stelle Ottavio Argenio e Manuela D'Arcangelo che auspicano almeno che la grande partecipazione vista ieri da parte dei cittadini possa continuare anche nelle prossime sedute del consiglio comunale. Ma, dopo aver cercato di bloccare l'approvazione del bilancio, non risparmiano accuse al primo cittadino:  

Ieri sera, di fronte alle decine di cittadini intervenuti in consiglio comunale, il Sindaco ha scelto di lanciarsi in un discorso autocelebrativo del suo operato politico-amministrativo, durato oltre 40 minuti, in totale spregio delle norme regolamentari.

Si è trattato di un'inutile e noiosa arringa difensiva, che ha ripercorso la presunta grandiosità dei progetti che il sindaco celebra come suoi meriti, già dalla campagna elettorale del 2015 ma che ad oggi non esistono neppure sulla carta e nulla hanno prodotto a vantaggio della collettività. Neppure la parte del discorso in cui ha tentato invano di far credere che le responsabilità sono di tutti fuorché le sue è stata minimamente interessante visto che si tratta di argomentazioni già note che il sindaco ripete come un disco rotto da circa 8 anni a questa parte.

La verità è che le responsabilità di questa amministrazione ed in particolare di questo sindaco, sono talmente oggettive che non potrebbero essere affievolite neppure dal più clemente dei giudizi. In oltre otto anni di amministrazione da protagonista - come ha affermato nelle sue linee programmatiche - non è riuscito a far altro che chiudersi alle corde ed avere quale unica chance per evitare il fallimento quella del taglio alla spesa sociale.

Eppure, in questi ultimi 3 anni abbiamo cercato con ogni mezzo di far comprendere al sindaco ed alla giunta che bisognava invertire la rotta, anche cominciando con le cose più semplici come la valorizzazione degli immobili e degli impianti comunali che oggi, nella migliore delle ipotesi, sono totalmente inutilizzati e nel peggiore dei casi comportano ingenti spese anziché produrre ricchezza.

Il Comune di Chieti resta, purtroppo, un vecchio ferro arrugginito incapace di far fronte alle mutate esigenze della nostra collettività, ancora infarcito da vecchie logiche clientelari e da inefficienze talmente radicate che ne minano il corretto funzionamento e che compromettono, anziché valorizzarle, le poche risorse umane ed economiche disponibili.

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