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Abruzzo in zona arancione, il sindaco di Rapino: "Ora non fate morire i piccoli comuni, subito zona gialla"

Rocco Micucci è intervenuto dopo l'ordinanza firmata dal governatore e lancia l'allarme sui piccoli comuni che "rischiano di diventare paesi fantasma"

Sul passaggio da zona rossa a zona arancione sancito dall'ordinanza firmata dal presidente della Regione, Marco Marsilio è intervenuto il sindaco di Rapino, Rocco Micucci.

“Ritengo, come sindaco di un piccolo comune montano - dice Micucci - che bene abbia fatto il presidente Marsilio a riportare in anticipo l’Abruzzo in area arancione, dando un senso ai sacrifici chiesti a cittadini e imprenditori. Resto basito di fronte alle posizioni prettamente politiche, non certo nell’interesse della gente, di chi coloro che plaudivano quando lo stesso presidente aveva anticipato l’entrata in area rossa tanto inevitabile proprio con lo scopo di uscirne in anticipo".

Il tema sul quale intervenire secondo Micucci è quello relativo "ai piccoli comuni che si spopolano, dei piccoli borghi dove non nasce più un bambino. Comuni piccolissimi ed antichissimi che rischiano di diventare paesi fantasma dopo le ultime scelte del governo nazionale, che non differenzia le città dai piccoli comuni, favorendo il flusso economico alla base della sopravvivenza di questi posti verso i grandi centri.“Le cause di questa desertificazione – prosegue Micucci, che è vicepresidente di Anci Abruzzo – sono tante ma una in particolare sembra decisiva: la riduzione della spesa pubblica nelle zone interne”.

Per Micucci i piccoli comuni pagano "prima e più di altri, gli effetti della crisi economica, aggravata dalla pandemia, e della conseguente mitizzazione della riduzione della spesa pubblica. Infatti, se la politica nazionale è impegnata a mettere puntelli a maggioranze che appaiono sempre più traballanti perfino su temi che dovrebbero unire, dimenticandosi che il differenziale negativo tra nuovi nati e popolazione sempre più anziana, deriva dagli scarsi investimenti nelle zone interne, cioè nel 75% del territorio italiano, dove esiste un popolo che chiede una migliore qualità della vita e servizi a misura d’uomo, quelli che invece possiamo vantare nelle zone interne.”

Infine Micucci avanza la sua richiesta. “Io non mi rassegno. E mi appello al presidente Marsilio perché le zone interne siano dichiarate subito gialle. Perché lo dicono i numeri sanitari. Perché lo dicono i numeri dell’economia ormai allo stremo. E torno ad un esempio eclatante. Per chi dovrebbero fare l’asporto i nostri ristoratori, se la popolazione è limitata a piccoli numeri ed ha un’età i cui spostamenti sono sicuramente difficili? Allora, visto che a qualcuno più in alto piace “colorare” l’Italia, forse le aree interne dovrebbero avere una colorazione che vada perfino oltre il giallo. Solo così salveremo una popolazione che costituzionalmente ha i medesimi  diritti di sopravvivenza delle altre.
Perciò, grazie Presidente Marsilio per aver avuto la fermezza di farci rientrare come diritto nell’area arancione, ma ora per favore andiamo oltre. Anche se oltre non è un posto alla comprensione di tutti.”

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