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Perché i lupi sono arrivati in città?

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

I lupi sono ormai dappertutto, non solo nelle aree protette dei Parchi Nazionali, ma, anche in città. I lupi sono arrivati in città, perché? Questi predatori seguono le loro prede classiche fra cinghiali, cerbiatti e caprioli che hanno ripopolato zone dove non erano più presenti probabilmente almeno dalla prima parte del Novecento. Infatti, non è un caso che lo spostamento dei lupi, insieme ad altri animali selvatici che si vedono ultimamente soprattutto di notte e in mattinata presto, in particolare nelle periferie della città, è avvenuto in un'area dove gli ungulati sono diffusissimi, con avvistamenti di branchi di cinghiali pressoché tutte le sere. Inoltre, con il lockdown, la presenza dell'uomo si è fatta meno evidente, perciò in cerca di cibo, lupi (o ibridi cioè incroci con cani) facilmente raggiungono anche aree periurbane o urbane. Dunque, non a caso, i lupi sono avvistati con sempre maggiore frequenza, in questi giorni di ridotta mobilità, anche nelle città, soprattutto nelle aree collinari costiere, come a Chieti, a Città Sant'Angelo o a Montesilvano Colli, zone spesso dove l'antropizzazione si è fatta più rada. Infatti, il dato ecologico che si riscontra, di pari passo con la presenza dei lupi e dei cinghiali, è l'abbandono della coltivazione agricola in larghe aree del territorio montano e pedemontano, non solo all'interno dei Parchi Nazionali, ma anche in aree limitrofe e in campagne intorno alle città, dove la possibiltà di trovare facilmente del cibo è superiore.

Paradossalmente, se nel mondo ci si lamenta della diminuzione delle aree occupate dalle grandi foreste pluviali come l'Amazzonia o quelle dell'Australia, dall'altro canto la vegetazione in genere è aumentata a dismisura a causa dell'incuria dell'uomo. Infatti, le lussureggianti, alte e fitte erbacce cresciute con l'incoltura, sono diventate ottimi rifugi per gli ungulati, come i cinghiali che sono circa il 75% della dieta dei lupi che nelle aree dei parchi abruzzesi, dove circolano liberamente da sempre e sono aumentati negli ultimi anni grazie al fatto di essere una specie protetta, vivono in branchi anche di una decina di elementi. Durante il periodo degli amori, i maschi più giovani abbandonano il branco, trovano rifugio nei terreni ormai incolti dove si sono formati piccoli boschi e si spingono anche in aree suburbane dove fanno la loro tana che in primavera ospiterà mamma lupa che partorirà i cuccioli, spinti anche dalla facilità con cui possono procurarsi del cibo antropico in villette isolate. In questi giorni, aumentano gli avvistamenti che sono pubblicizzati sulla stampa, ma non bisogna farsi prendere da facili allarmismi, il lupo non è generalmente una minaccia per l'uomo, anzi, è un animale schivo che se si sente minacciato dalla presenza umana solitamente fugge. Il lupo, nonostante certe favole ottocentesche per bambini che lo hanno dipinto come un animale cattivo, ha sempre convissuto con gli umani, in una realtà naturale da cui l'uomo moderno cerca di fuggire, non rendendosi conto che ne fa parte a pieno.

Cristiano Vignali - presidente dell'Associazione Abruzzo Tourism

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