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Laureati sul piede di guerra: "Non siamo tutelati, annullate l'esame di abilitazione online"

I dottori in Psicologia, Farmacia e Biologia chiedono che, come per i medici, ci si possa iscrivere all'ordine professionale solo tramite il riconoscimento del tirocinio formativo

L'esame di abilitazione allo svolgimento della professione si svolgerà in via telematica, con il rischio di essere bocciati qualora dovesse saltare la connessione Internet. E, in tal caso, non si avrebbe diritto al rimborso della tassa d'iscrizione, che ammonta a circa 400 euro. 

E ora i laureati in Psicologia, Farmacia e Biologia sono sul piede di guerra, dicendosi pronti a ricorsi legali "sia nei confronti delle singole università che nei confronti dei commissari esaminatori". Il loro appello sta diventando virale sul web: chiedono di non essere penalizzati in un esame che, di solito, dura anche qualche mese per affrontare le diverse prove. Inoltre, lamentano il fatto che la disuguaglianza tecnologica potrebbe creare disparità non da poco.

"Il potere decisionale in merito al nostro futuro - lamentano - è completamente nelle mani delle commissioni esaminatrici. Un esame che normalmente si svolge in più di 3 mesi, con prove intervallate da finestre temporali di più settimane, adesso viene accorpato e svolto in un colloquio telematico di cui non conosciamo neppure le tempistiche. È impensabile che non vi saranno disuguaglianze tra i candidati che sosterranno l’esame nella prima settimana e coloro che invece si vedrà esaminati settimane dopo. Un colloquio telematico che viene a costare a noi candidati in alcune sedi universitarie oltre i 400 euro, in un momento di totale crisi economica. Per l’ennesima volta non vi è alcuna tutela nei nostri confronti". 

I laureati nelle tre discipline hanno provato a interessare il ministero dell'Università e della ricerca, rivolgendosi ad alcuni parlamentari, ma denunciano di essere stati "abbandonati". 

Come noto, l'esame abilitante è obbligatorio per potersi iscrivere all'ordine professionale e svolgere la professione. In condizioni normali, ci sono due sessioni di esame ogni anno, a giugno e a novembre, ciascuna composta da diverse prove propedeutiche. 

Lo scorso 25 marzo, il Cnsu (Consiglio nazionale degli studenti universitari) ha chiesto al ministero di legiferare sugli esami di abilitazione, chiedendone la semplificazione. 

L'8 aprile, viene approvato il cosiddetto "Decreto scuola" che, all'articolo 6, precisa la possibilità, da parte del ministero competente, di "individuare modalità di svolgimento alternative a quello ordinarie, comprese modalità a distanza". Il 24 aprile, si stabilisce che la prima sessione degli esami venga spostata dal 16 giugno al 16 luglio. 

Cinque giorni dopo, il decreto ministeriale 57 "trasforma l’esame di Stato di abilitazione all’esercizio delle nostre professioni, per la prima sessione dell’anno 2020, in un’unica prova orale svolta con modalità a distanza omnicomprensiva di tutte le materie previste nell’esame di stato canonico". Gli ordini professionali si dicono concordi, ma, denunciano i laureati in Psicologia, Farmacia e Biologia, lo fanno "senza considerare le richieste che avevamo provato a portare loro, sottolineando la situazione critica che stavamo vivendo e richiedendo informazioni in merito, ma anche questa volta veniamo ignorati per oltre 2 mesi. Allo stesso modo le rappresentanze studentesche, nella figura dell’organo ministeriale Cnsu, che avevano provato a comunicare con il ministro, vengono ignorate e non vengono consultate in merito a tale scelta".

Così, i laureati si sono uniti nella "battaglia", chiedendo che l'esame di Stato venisse tramutato nel riconoscimento del tirocinio professionalizzante, così come era stato fatto per i laureati in Medicina. 

Attraverso l'interessamento di alcuni parlamentari, viene previsto un emendamento nella commissione Istruzione in Senato, che chiede "che l’abilitazione alle nostre professioni avvenga per mezzo della valutazione dei nostri tirocini professionalizzanti. A meno di due giorni dalla sua discussione in aula al Senato (26 maggio), tale emendamento viene ritirato dai senatori che lo avevano proposto (Gruppo Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione) in quanto, a detta loro, sarebbe stato bocciato dalla maggioranza. Per tale motivo viene trasformato in ordine del giorno che deve essere discusso in aula. Chiediamo quindi spiegazioni ai senatori, ma questi ci dicono di rivolgerci agli esponenti della maggioranza o peggio ancora ci ignorano. Nel mentre l’ordine del giorno non viene neanche più discusso in aula in quanto si trova un accordo sul decreto legge tramite un maxi-emendamento che ci esclude totalmente, dato che la discussione di più di 2 giornate di plenaria in Senato verte sul tema esami di maturità e concorsi pubblici sull’insegnamento". 

Tra il 21 e il 23 maggio viene nuovamente convocato il Cnsu, che redige un nuovo documento, in cui chiede al ministero di appoggiare la proposta dell'abilitazione tramite riconoscimento del tirocinio. Ma, al momento, il ministro dell'Università non si è ancora espresso. 

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