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Venerdì, 29 Marzo 2024
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All'Accademia delle belle Arti di Palermo risuonano alti il nome di Chieti e del teatro Marrucino

La tesi di Francesca Rinella affronta studi e ricerche sulle architetture stratificate partendo dal collegio dei Gesuiti di Chieti per arrivare al teatro Marrucino. La neodottoressa: “Per me è stato molto importante diffondere le origini della nostra città in altro luogo”

All'Accademia delle belle Arti di Palermo risuonano alti il nome di Chieti e del suo teatro Marrucino. L’occasione di portare in giro il nome della città e la sua ricchissima storia che affonda le radici nel contesto preromano è stata la tesi di Francesca Rinella,  neolaureata con 110 al Dipartimento di arti applicate in scenografia, che ha analizzato studi e ricerche sulle architetture stratificate partendo dal collegio dei Gesuiti di Chieti fino ad arrivare al teatro Marrucino. La neodottoressa, ex studentessa del liceo artistico Nicola da Guardiagrele di Chieti e vincitrice del premio eccellenza del Rotary Club nel 2017/18, il 12 ottobre scorso ha discusso una tesi sul teatro Marrucino di Chieti nella quale spiega di aver portato alla luce progetti inediti sull’ex collegio dei gesuiti e sull’annessa chiesa di Sant’Ignazio conservati nella biblioteca di Francia.

La tesi, dal titolo "Studi e ricerche sulle architetture stratificate: dal collegio dei Gesuiti di Chieti al teatro Marrucino" racchiude un percorso di ricerca volto principalmente a un 
ricongiungimento di fatti e avvenimenti che hanno portato alla situazione attuale del 
Marrucino. 
“L’ indagine – spiega Francesca Rinella nell’introduzione - si focalizza sull’ubicazione attuale del teatro Marrucino, in posizione centrale rispetto alla città, che ha subito variazioni non solo dal punto di vista della morfologia geografica, ma anche da quello delle esigenze pubbliche susseguitesi nel corso dei secoli. Dalla seconda metà del XVI secolo, in seguito al Concilio di Trento, Chieti, appartenente al Regno di Napoli, è tra le città che maggiormente avverte il clima di insediamento degli ordini monastici. I gesuiti infatti, trovano la loro collocazione proprio nel citato sito, che negli anni successivi diventerà sede residenziale privata appartenente alla borghesia, e infine darà spazio a finalità strutturali definitive, quali la pinacoteca Barbella e lo stesso teatro eretto nella metà del XIX secolo per rispondere alle esigenze culturali della comunità cittadina”. Lo studio include un approfondimento su stile architettonico, artisti, filosofi e letterati che hanno frequentato attivamente il Marrucino.

“Per me è stato molto importante diffondere le origini della nostra città in altro luogo. Questa tesi non è fine a se stessa, ma un punto di partenza per uno sviluppo personale e spero collettivo di meandri cultura ancora poco sviluppati” afferma la neolaureata teatina che per il lavoro svolto ringrazia lo storico Vladimiro Furlani e don Emiliano Straccini.
 

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