T4, adattamento di Tiergartenstrasse 4 di Floridia a Lanciano
Appunti di regia:
La parola tiergarten significa zoo: sarebbe il giardino (garten) degli animali (tier). Nel testo teatrale di Pietro Floridia, Tiergartenstrasse 4 è l’indirizzo della villa di Berlino che fu trasformata nel quartier generale dell'Aktion T4, il programma sull'eutanasia con cui i nazisti soppressero oltre duecentomila disabili. Che cos’è uno zoo se non un carcere in cui gli animali sono rinchiusi in gabbie? Pertanto il giardino si rivela una galera, il luogo di delizie un luogo di sofferenza, il paradiso un inferno. E quale metafora migliore per descrivere la condizione di diversità nella Germania nazista se non quella di un giardino con le sbarre? E quante sono le reali trasposizioni metaforiche di questo (non) giardino? Campi di concentramento, campi di sterminio, campi di prigionia, ospedali. Sì, anche gli ospedali in cui veniva applicato il T4, il cosiddetto Olocausto minore, potevano diventare dei terribili giardini in cui nascondere (ed eliminare) la diversità. Ma dietro la parola tiergarten si può scorgere anche un’altra immagine, quella di un altro giardino: non più uno zoo, ma una serra, quella in cui George ha trascorso la propria esistenza di bambino emarginato, di figlio allontanato, di uomo abbandonato; la serra in cui ha imparato a conoscere i segreti della natura, la bellezza delle piante, il colore dei fiori, in cui ha messo da parte le paure per vivere una vita di totale spensieratezza. Ma, in fondo, anche in quella serra George era come un animale in gabbia, un giovane diverso tenuto a distanza dalla propria famiglia, nascosto nella serra durante le cene e i balli, nascosto agli amici e alla società perché al di fuori degli schemi codificati dell’onestà e dell’apparenza. Ma quella serra-prigione diventa per il protagonista un luogo di sogno, il luogo da cui rifuggire dalla noia, dalla solitudine, dalla disperazione, il luogo in cui trovare per la prima volta una propria identità, un proprio ruolo nel mondo, e un amico con cui parlare: il giglio Gunther. Quando Gertrud, l’infermiera nazista incaricata di sottoporlo al T4, incontra George, il giardino-serra si scontra con il giardino-ospedale: l’ingenuità del ragazzo fa breccia nel cuore della donna, incapace di portare a termine la missione e decisa al tutto per tutto pur di mantenere in vita il seme della speranza. Il dramma diventa così un’avventura in grado di tenere lo spettatore con il fiato sospeso per poco più di un’ora, senza interruzione, senza uscite di scena, ma in un racconto ritmato e scandito tra l’interrogatorio dell’infermiera Gertrud alle forze alleate, dopo la fine della guerra, e le scene che rievocano la bella amicizia tra i due protagonisti.
- Indietro
- 2 / 2