"Si chiamava Faber - viaggi molto personali nel mondo di De Andrè" al teatro Fenaroli
Venerdì 11 gennaio, alle ore 21, al teatro Fenaroli di Lanciano, c'è "Si chiamava Faber - Viaggi molto personali nel mondo di Fabrizio De Andrè". Lo spettacolo nasce dall'esigenza di riproporre alcuni temi trattati nelle canzoni di Fabrizio De Andrè a 20 anni dalla sua scomparsa. Un tributo, quindi, che non vuole essere retorico e banale, ma che abbraccia le diverse sfaccettature del personaggio De Andrè, nel rispetto della sua poliedricità culturale. Per rendere al meglio questo importante aspetto, si è costruito un cast di musicisti, poeti e attori di diverso stile che restituiranno una visione personale del messaggio del cantautore genovese interpretando secondo le proprie sensibilità testi e musiche della sua ampia produzione.
Si è scelto, come filo conduttore, l’esperienza personale del cantautore Federico Sirianni il quale ha avuto modo di conoscere e condividere alcuni momenti della sua vita con De Andrè che descrive attraverso un racconto agile e poetico. Questa traccia narrativa sarà ampliata ed arricchita con le originali interpretazioni di artisti di diversa estrazione. Quindi le canzoni, non necessariamente le più famose, ma quelle che riescono forse a esprimere, oltre che l’ormai noto talento, anche la gigantesca umanità di cui era pervaso questo artista unico e irraggiungibile.
Si toccheranno quindi molti temi legati all’opera artistica di Faber come la pietà per gli “ultimi”, l’anarchia, la cultura mediterranea, il Sacro.
Ad animare la serata ci saranno:
Federico Sirianni (cantautore)
Max Manfredi (cantautore)
Paola Ceroli (cantante folk blues)
Tati Valle (cantante e chitarrista brasiliana)
Marcello Marciani (poeta)
Walter Gaeta (pianoforte)
Stefano Barbati (chitarre e bouzouki)
Domenico Mancini (violino)
Nicola Di Camillo (contrabbasso)
Grazie alla collaborazione con il centro antiviolenza “Dafne” di Lanciano, sarà allestita, nei locali del centro, non lontano dal teatro Fenaroli, la mostra fotografica “Le Donne di Faber”, curata da Cristian Pellicciotta, in cui vengono rappresentate le figure femminili della produzione deandreana. Le donne che incontriamo nei testi sono mamme, sono figlie, sono anziane o giovanissime, sono in carriera o vittime degli eventi e degli uomini, ma tutte con un carico umano straordinario e caratterizzate da infinita bellezza.