"Romeo e Giulietta. Ceneri di giovinezza" al teatro Marrucino
Domenica 26 maggio, alle ore 21, al teatro Marrucino di Chieti, andrà in scena "Romeo&Giulietta. Ceneri di giovinezza", per la regia e l’adattamento di Leonardo Bianchi
Ieri e oggi; mel passato e nel presente; nella realtà e nell’irrealtà, una Nazione uccide i suoi figli.
I fiori della giovinezza sfioriscono perché il loro Paese li ha trascurati.
I fiori della giovinezza hanno bisogno delle cure necessarie, vanno accompagnati.
Ma troppo presto ci si dimentica di loro, destinandoli all’imminente sfioritura.
“Ceneri di giovinezza” è il concetto che racchiude l’arco di tempo di questa breve fioritura: qualcosa non ha ancora fatto in tempo a nascere che è già destinata alla morte.
Solo due colori, uniche temperature di questo spaccato: il bianco della purezza di questi giovani fiori e il rosso del sangue della loro sfioritura.
Chi ha ucciso i figli dell’Italia, malinconici fiori solitari? Mentre tutti si battono per l’odio, un meraviglioso giardino, quello della giovinezza, perde i suoi fiori più preziosi. Diventano cenere perché vivono isolati, convinti di non essere compresi, di essere troppo distanti, ma soprattutto di essere fioriti troppo rapidamente e certi che la loro sfioritura è più vicina di quella dei loro padri.
Il tempo dunque, gioca un ruolo indispensabile per la fioritura: non esiste l’infinito, tutti sono consapevoli che esiste una fine, imminente.
Due sono anche i tempi: uno parla al passato, l’altro al presente; uno parla d’amore, uno parla d’odio; uno è spinto dalla paura, l’altro dal coraggio. Luci e ombre, giorno e notte, bianco e nero; nessuna sfumatura, nessun grigio. Solo romanticismo o solo violenza.
Neanche ventenni, sono proprio i giovani a morire.
Questa visione isola le morti di Romeo, Giulietta, Mercuzio e Tebaldo dal testo, anticipandole rispetto alla cronologia della storia, per evidenziarle. Precedono il processo, essendo collocate prima di presentare l’arco di azioni del personaggio che andrà a morire. Il testo viene così spezzato, affidando ogni volta al meccanismo del “rewind” il compito di portare lo spettatore avanti e indietro nel racconto.
Una Nazione uccide i suoi figli: non c’è odio che tenga di fronte alla morte dei fiori appena sbocciati.