"Notturno di donna con ospiti" con Giuliana De Sio al teatro Marrucino
Giuliana De Sio ripropone sulle scene un meraviglioso testo perfetto per lei, in un’edizione diversa e più matura, capace di esaltare pienamente le mille sfumature della sua recitazione. Insieme a lei, sul palco, Gino Curcione, Rosaria De Cicco, Andrea De Venuti, Mimmo Esposito e Luigi Iacuzio. Scene di Roberto Ricci, costumi di Teresa Acone, musiche di Carlo De Nonno.
Un’atmosfera tra sogno e realtà attraversa la villetta celeste in un sobborgo a ridosso della metropoli. Ospiti inattesi scuotono la routine delle notti solitarie di Adriana, moglie di Michele, un metronotte, già madre di due bambini e incinta di un terzo. Ogni sera, sempre la stessa vita: cena in solitudine e televisione, fino al giorno in cui arrivano gli ospiti. Una donna, Rosanna, che chiede di entrare in casa per sfuggire a un’aggressione. Modi da vamp e tono beffardo, che accendono in Adriana la spia dei ricordi: non una sconosciuta qualsiasi, ma la sua ex compagna di scuola.
E si avvicendano nella memoria immagini della sua infanzia a Napoli. Il padre operaio, succube della madre dalla forte personalità: il dialetto napoletano, le processioni, la nostalgia per quell’epoca. E il primo amore: Sandro, rifiutato dalla sua famiglia. Alla sua porta busserà anche Arturo, il marito “cornuto” di Rosanna, che tenterà di sedurla col suo fascino televisivo. E persino Sandro, ora un ex galeotto.
E infine Michele, che tra lo stupito e il complice si coalizzerà con gli ospiti, in un climax di ansia e terrore, che culminerà con un finale catartico e inaspettato. Giuliana De Sio impareggiabile, che ride e piange con convinzione e naturalezza, tale da ipnotizzare il pubblico. Perfetta, nel ruolo della casalinga sola e annoiata, carica di rimpianti di gioventù e appiattita dal grigiore quotidiano.
Un’opera metropolitana di Annibale Ruccello, riproposta dalla regia di Enrico Maria Lamanna, in chiave moderna, con riferimenti all’attualità. Una pièce spassosa e allo stesso tempo meditativa, per riflettere sulle tante realtà degradate che nascondono drammi apparentemente insondabili.