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Teatro Lanciano

"Familia Paone" debutta in Abruzzo: la "prima" sabato al teatro Fenaroli di Lanciano

Lo spettacolo di Angelucci Marino e Gesini si presenta finalmente "a casa": in scena 9 personaggi di una famiglia italo-argentina originaria dell'Abruzzo, interpretati dai due attori

Prima abruzzese per lo spettacolo “Familia Paone”, felice intuizione degli attori e registi Stefano Angelucci Marino e Rossella Gesini del Teatro Studio Lanciano, che farà il suo debutto sabato 18 febbraio, alle 21, al teatro Fenaroli di Lanciano nell’ambito della stagione del teatro contemporaneo 2022/2023 del Comune di Lanciano, diretta dagli stessi Gesini e Angelucci Marino (prenotazione obbligatoria al 340 9775471, biglietto 10 euro).

Lo spettacolo, oggetto di una fortunatissima tournée in Argentina, Uruguay e Paraguay, da novembre 2022 a gennaio 2023, e apprezzatissimo dal pubblico e dalla critica durante il debutto in Italia della settimana scorsa al Teatro dei Tre Mestieri di Messina, è prodotto dal Teatro Stabile d’Abruzzo in collaborazione con il Teatro del Sangro, gode del patrocinio della Regione Abruzzo e del ministero della Cultura, ed è promosso dal Cram (Consiglio regionale abruzzesi nel mondo) e da Fedamo (Federazione delle associazioni abruzzesi in Argentina). Il testo è a firma di Angelucci Marino, che ne cura anche la regia insieme a Gesini e all’assistente alla regia Paolo Del Peschio. La scenografia è affidata a Tibo Gilbert. Le maschere utilizzate, che conferiscono un maggiore effetto di trasfigurazione, sono create dagli artisti del Brat Teatro.

L’evento è stato presentato oggi, durante la conferenza stampa tenutasi a Lanciano, alla quale hanno partecipato anche il sindaco Filippo Paolini e gli assessori Danilo Ranieri e Tonia Paolucci. Paolini ha lodato il progetto di Angelucci Marino e di Gesini, soprattutto perché “hanno portato alto – ha affermato – il nome della nostra città in Sudamerica”. Gli assessori hanno mostrato vivo apprezzamento per l’intero cartellone della stagione del teatro contemporaneo, dimostrandosi orgogliosi e compiaciuti che il debutto in terra d’Abruzzo dello spettacolo “Familia Paone” avvenga nella città di Lanciano.

Recuperare un’identità perduta o che si esprime in una sorta di frammentazione identitaria che conduce, inevitabilmente, a un senso di sradicamento, di inappartenenza, e rimagliare i rapporti con la terra d’origine sono, dunque, i primi ingredienti di uno spettacolo che ha la sua forza anche nell’uso, che ha effetti quantomai icastici, da parte dei personaggi di una lingua ibrida, frutto di una commistione tra l’italiano e lo spagnolo, cui si aggiungono il codice ipercaratterizzante del 'cocoliche', che contraddistingue gli abitanti de La Boca, il celebre quartiere degli italiani a Buenos Aires, e schegge di abruzzese. La lingua si fa simbolo di mescidazioni culturali, ben riuscite o spurie, ma diventa anche metafora di quella frammentazione culturale e identitaria che caratterizza ancora oggi i discendenti degli emigranti italiani.

Sono nove i personaggi, membri di una stessa famiglia italo-argentina (interpretati da due attori soli, Rossella Gesini e Stefano Angelucci Marino, che si avvalgono del cambio veloce dei costumi in scena, tecnica che più volte hanno sperimentato e della quale sono maestri indiscussi): i due capostipiti più anziani, i loro tre figli, cui si aggiungono le relative mogli, e un unico nipote, Emanuele Paone, intorno al quale viene costruita la vicenda. “In una girandola di incontri e scontri familiari – affermano Gesini e Angelucci Marino – ognuno proverà a convincere Emanuele ad accettare un’importante offerta di lavoro ricevuta”.

La forza di “Familia Paone” non si esaurisce però nel bozzetto, per quanto ironico e divertente, di una commedia familiare, ma risiede in un ben misurato impasto di dramma e comicità, che conduce lo spettatore fino al colpo di scena finale, nel quale la riflessione si sposta d’improvviso dal particolare all’universale.

“È uno spettacolo che potrebbe ben inserirsi nel filone del 'turismo di ritorno' – dice l'assessore al turismo Ranieri - che vede gli ex emigrati tornare in Italia e soggiornare almeno 20-30 giorni, di cui almeno una settimana nei luoghi d'origine. Questo tipo di progetti possono favorire questa tipologia di turismo”.

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