Al Marrucino va in scena "Copenaghen"
Venerdì 11 maggio, alle ore 21 e sabato 12, alle 17, al teatro Marrucino arriva lo spettacolo "Copenaghen", di Michael Frayn, portato in scena dalla compagnia Orsini, per la regia di Mauro Avogadro. Sul palco Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice, che ridanno vita e personalità al trio dei protagonisti di quest’opera, un thriller scientifico-politico che da più di 18 anni rapisce gli spettatori dei più prestigiosi teatri nazionali.
In un luogo che ricorda un’aula di fisica, immersi in un’atmosfera quasi irreale, tre persone, due uomini e una donna, parlano di cose successe in un lontano passato, cose avvenute tanto tempo prima, quando tutti e tre erano ancora vivi. Sono Niels Bohr, sua moglie Margrethe e Werner Heisenberg. Il loro tentativo è di chiarire che cosa avvenne nel lontano 1941 a Copenaghen, quando improvvisamente il fisico tedesco Heisenberg fece visita al suo maestro Bohr in una Danimarca occupata dai nazisti. Entrambi coinvolti nella ricerca scientifica, ma su fronti opposti, probabilmente vicini ad un traguardo che avrebbe portato alla bomba atomica, i due scienziati ebbero una conversazione i cui contenuti restano ancora oggi un mistero.
Perché l’allievo si recò dal maestro? Essendo Heisenberg a capo del programma nucleare militare tedesco voleva offrire a Bohr, mezzo ebreo, l’appoggio politico della Gestapo in cambio di qualche segreto? O al contrario, mosso da scrupoli morali, e pur temendo le conseguenze?che sarebbero potute ricadere sul destino della sua patria martoriata, tentava di rallentare il programma tedesco fornendo a Bohr, schierato con gli alleati, informazioni sull’applicazione dei fondamenti teorici della fissione?
Michael Frayn dà vita ad un appassionante groviglio narrativo, in cui i piani temporali si sovrappongono dando un valore universale a una delle pagine più misteriose della complessa storia novecentesca. Inutile dire che il grande valore del testo, divenuto ormai un classico del teatro contemporaneo, non sarebbe emerso in modo così mirabile senza un trio di attori di grande spessore, capaci come pochi di restituire al pubblico le infinite sfaccettature psicologiche dei protagonisti.