"I miei Fiori del Male", omaggio a Baudelaire: Arianna Leardi espone alla Bottega d'Arte
“I miei Fiori del Male”, omaggio a Charles Baudelaire, l’aedo del Simbolismo decadente che gli costò addirittura l’interdizione prima di essere consacrato ad esponente maggiore di quello spirito bohémien che tanto sconquassò i delicati equilibri socio-culturali dell’800. Arianna Leardi, architetto paesaggista e ricercatrice nell'ambizioso segmento artistico della pittura applicata alla letteratura ed alla poesia, racconta il “suo” Baudelaire alla Bottega d’Arte della Camera di Commercio, in corso Marrucino, nella tre giorni che si apre domani, venerdì 16, fino a domenica 18 luglio, col patrocinio del Comune di Chieti.
La capacità dell’artista teramana di estrarre bellezza dal suo talento di immediata comunicazione sensoriale, nutrita da una tecnica su tela che attraverso sovrapposizioni cromatiche e sfumature provoca l’interpretazione non solo estetica delle sue creazioni, muove proprio dalla opera più famosa del poeta francese, “I Fiori del Male” [1857, 1861]. Arianna Leardi trasla sulla propria esperienza professionale, avvalendosi dell’aggettivo “miei”, la ribellione di Baudelaire, frutto del suo vissuto, a tutto ciò che dell’animo umano è corruttibile e che può essere liberato e sublimato solo con l’affermazione della bellezza rilasciata dall'arte, quindi nel caso di specie dalla poesia, attraverso un uso “improprio” delle parole, proiettate verso una fonetica tendenzialmente onomatopeica. Che richiama sensazioni tattili, uditive ed anche olfattive, se volete, prima delle canoniche percezioni visive indotte dalla lettura dei versi. Versi che la Leardi trasforma in quadri, anch'essi esaltanti, proprio come le liriche di Baudelaire, i sensi del corpo e dell’anima. E così, per dirla con le parole dell’artista “I Fiori del male sono stati scritti”, ed aggiungiamo rappresentati su tela, “per coloro che sprofondano nel sogno quando leggono che gli amanti si confidano, nelle calde sere, cose che non possono morire, per quelli che sognano un mondo in cui vi siano per tutti ordine e bellezza, lusso, calma e volontà…, è per loro, per noi, per te, per me, per tutti e per nessuno che sono stati scritti…”. E l’inno alla bellezza che Arianna Leardi propone nei suoi quadri si articola in tentazioni intrise di suggestioni: “L’oceano dei tuoi capelli”, “Ad una passante”, “Il gatto”, “Il viaggio”, “Corrispondenze”, “Il vino degli amanti”.
La poesia su tela dei fiori delicati e rossi di passione, dell’imperituro mistero felino, delle labbra voluttuose degli amanti, dei capelli neri e turbinosi, delle mani strette nel patto d’amore. Ed alla fine “che importa l’eternità della dannazione a chi ha trovato in un secondo l’eternità del piacere …”. I “miei Fiori del Male”, scrive Gianfranco Scatigna nella recensione alla personale di Arianna Leardi, “sono un esteso campo di esercizi di ammirazione in forma pittorica alle poesie di Charles Baudelaire, in tutti i quadri sono riportate citazioni simboliche legate all'uso della composizione floreale e del suo variegato rimando all'allegorico”.