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Le giornate di primavera del Fai portano alla scoperta della caserma Rebeggiani e del liquore teatino Corfinio

La visita al centro nazionale amministrativo dell'Arma, nato in epoca fascista come campo di internamento, è aperta a tutti; quella al museo del Corfinio è riservata agli iscritti al Fondo ambiente italiano

Doppio appuntamento, sabato e domenica, a Chieti, per le Giornate di primavera del Fai. Sarà possibile visitare la caserma Enrico Rebeggiani, centro nazionale amministrativo dell'Arma, con una passeggiata aperta a tutti, a cura degli apprendisti ciceroni del liceo classico G.B. Vico, della scuola secondaria di primo grado Mezzanotte e dei volontari Fai. 

Le visite si terranno in entrambe le giornate dalle ore 9 alle 13 e dalle 15 alle 18.30, con gli ultimi ingressi mezz'ora prima delle chiusure. Nella giornata di domenica, alle ore 11 e alle 11.15, ci sarà il concerto della fanfara dei carabinieri. La visita sarà arricchita da interventi attoriali a cura del Piccolo teatro dello Scalo. 

La caserma Rebeggiani, sita nel cuore della parte bassa del comune di Chieti, a poche centinaia di metri dalla stazione ferroviaria, è attualmente sede del centro nazionale amministrativo dell'Arma dei carabinieri. Il complesso, che ha una superficie totale di 81.559 metri quadrati, conserva al suo interno estese aree verdi e boschive. Il cortile è lungo quanto due campi da calcio ed è circondato da un perimetro in muratura alto 4 metri, sormontato da filo spinato.

Nacque in epoca fascista, nel 1940, come Campo di internamento n. 21, destinato alla detenzione di prigionieri di guerra e antifascisti. Fu operante con questa destinazione dal luglio 1940 al settembre 1943. I prigionieri di guerra erano britannici, australiani, canadesi, neozelandesi, sudafricani, francesi, americani. Il campo prima delle operazioni belliche fu usato anche come prigione dei dissidenti politici e delle famiglie ebree e rom, successivamente trasferiti nell'asilo in via Principessa di Piemonte.

Durante le Giornate Fai di primavera, i volontari e gli apprendisti ciceroni narreranno la storia del grande complesso di edifici sorto in epoca fascista e faranno conoscere ai visitatori alcune storie di prigionia. Verranno visitati i locali che hanno ospitato le camerate utilizzate dai prigionieri in tempo di guerra e successivamente gli allievi carabinieri nel periodo in cui la caserma era Car, centro addestramento reclute, oggi divenute uffici al servizio del centro nazionale amministrativo dell'Arma.

Fabbrica Corfinio

È dedicata ai soli iscritti Fai la visita al museo Corfinio Barattucci, in viale Amendola 68, in programma sabato dalle 15 alle 18.30 e domenica dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18.30, con gli ultimi ingressi mezz’ora prima delle chiusure. 

Guidati da Fausto Napoli Barattucci, si scoprirà un grazioso museo che testimonia il glorioso passato di una famiglia di imprenditori teatini e del geniale “Alchimista” Giulio Barattucci, uno dei personaggi illustri della Chieti a cavallo tra il 1800 e 1900.

L'inventore, nonché "l'alchimista" Giulio Barattucci, nasce nel 1834 a Guilmi, piccolo comune della provincia di Chieti. Fin da giovanissimo si dedica allo studio delle erbe officinali, raccolte sulle montagne abruzzesi della Maiella. Appena ventiquattrenne si trasferisce a Chieti e, dopo innumerevoli tentativi, utilizzando 42 tra erbe, semi e radici, in vari ed appropriati dosaggi, attraverso l'alchimia dei suoi alambicchi, riesce a estrarre un bouquet di odori e sapori, il Corfinio. Il nome dato a questo profumatissimo liquore proviene da una piccola località dell'Abruzzo in provincia dell'Aquila, che fu la Capitale della Lega Italica contro Roma, nel V secolo a.C., Corfinium.

La visita permetterà di ripercorrere la storia del Corfinio, il liquore d'Abruzzo creato nel 1858 da Giulio Barattucci. Oltre che geniale "Alchimista", egli fu anche abile imprenditore e pubblicitario, tanto da essere stato il creatore della campagna pubblicitaria che consentì al suo prodotto di essere conosciuto non solo sul territorio italiano, ma anche in diversi Stati esteri. Arrivò a realizzare tre stabilimenti, a Chieti, Pescara e Napoli, ma vicende con alterne fortune portarono nel 1984 alla cessazione della produzione. Il Corfinio oggi viene di nuovo prodotto grazie all'impegno di Fausto Napoli Barattucci, uno dei discendenti di Giulio Barattucci, il quale, depositario della ricetta originale (segreta), nel 1998 decise di riprendere l'attività. In più, ha anche raccolto in un grazioso museo la testimonianza del glorioso passato di una famiglia di imprenditori teatini ma soprattutto di Giulio Barattucci, uno dei personaggi illustri della Chieti a cavallo tra il 1800 e 1900.

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