REMO RAPINO, il vincitore del Premio Campiello 2020, ospite della rassegna A TU PER TU del Centro d'Abruzzo di San Giovanni Teatino
Sabato 19 settembre alle 18,00 REMO RAPINO è ospite del ciclo di incontri A TU PER TU del Centro d'Abruzzo in collaborazione con la Librerie.coop.
Remo Rapino, vincitore del PREMIO CAMPIELLO 2020, presenta il romanzo "Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio". Il libro edito dalla casa editrice Minimun fax e stato anche finalista del Premio Strega 2020. Il professor Rapino è il quarto abruzzese ad aver vinto il Premio Campiello: nel 2017 Donatella Di Pietrantonio, nel 1965 Mario Pomilio e nel 1968 Ignazio Silone.L'evento fortemente voluto dai lettori si svolgerà nel giardino interno del Centro d'Abruzzo di San Giovanni Teatino nel rispetto delle norme anti-Covid. Per riservare il posto è necessario inviare un messaggio tramite la pagina Facebook del Centro d'Abruzzo. I posti saranno riservabili fino ad esaurimento.
Liborio Bonfiglio è una cocciamatte, il pazzo che tutti scherniscono e che si aggira strambo e irregolare sui lastroni di basalto di un paese che non viene mai nominato. Eppure nella sua voce sgarbugliata il Novecento torna a sfilare davanti ai nostri occhi con il ritmo travolgente e festoso di una processione con banda musicale al seguito.
Perché tutto in Liborio si fa racconto, parola, capriola e ricordo: la scuola, l'apprendistato in una barberia, le case chiuse, la guerra e la Resistenza, il lavoro in fabbrica, il sindacato, il manicomio, la solitudine della vecchiaia.
A popolare la sua memoria, una galleria di personaggi indimenticabili: il maestro Romeo Cianfarra, donn'Assunta la maitressa, l'amore di gioventù Teresa Giordani, gli amici operai della Ducati, il dottore Alvise Mattolini, Teté e la Sordicchia... Dal 1926, anno in cui viene al mondo, al 2010, anno in cui si appresta a uscire di scena, Liborio celebrerà, in una cronaca esilarante e malinconica di fallimenti e rivincite, il carnevale di questo secolo, i suoi segni neri, ma anche tutta la sua follia e il suo coraggio.
Attraverso il miracolo di una lingua imprevedibile, storta e circolare, a metà tra tradizione e funambolismo, Remo Rapino ha scritto un romanzo che diverte e commuove, e pulsa in ogni rigo di una fragile ma ostinata umanità, quella che soltanto un matto come Liborio, vissuto ai margini, tra tanti sogni andati al macero e parole perdute, poteva conservare.