Al museo Barbella un incontro su Carlo Emilio Gadda nel cinquantennale della scomparsa
Giovedì 23 marzo, al museo Barbella di Chieti, alle ore 17, l'associazione “Noi del G.B. Vico” ricorderà, nel cinquantennale della scomparsa, Carlo Emilio Gadda (1893-1973), uno degli scrittori più originali della letteratura del Novecento. Gadda è stato un innovatore del romanzo sia nella struttura che nel linguaggio, rendendolo contemporaneo: è stato anche un intellettuale nel segno della “contraddizione”, diviso tra le due anime di ingegnere elettrotecnico e di intellettuale raffinato e appassionato di filosofia.
La professoressa Tonita Di Nisio parlerà delle due opere maggiori, La Cognizione del dolore e Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, che ebbero una lunga e travagliata genesi. La “contraddizione” ha accompagnato i due romanzi fino alla fine: se la pubblicazione del Pasticciaccio, nel 1957, diede al suo autore successo presso i lettori, è vero anche che Gadda mal tollerò la notorietà che gliene derivò e quando, nel 1963, fu ripubblicato in volume La Cognizione del dolore, che fu accolto come un capolavoro del Novecento non solo italiano, tanto da ottenere il Premio Internazionale Formentor, lo scrittore fu addirittura spinto a fuggire nella solitudine l’interesse del pubblico e i mezzi di comunicazione di massa.
Si discuterà ancor più, nel corso della conversazione, sulla scelta del genere poliziesco che, attraverso la penna di Gadda, va incontro a ben programmate antinomie, a cominciare dalla mancata individuazione del colpevole: se questo fa di dell’ingegnere-scrittore il primo autore di “gialli problematici” in ambito europeo, si indagherà per comprendere la visione del mondo che la scelta nasconde. Poiché un altro aspetto affascinante della prosa gaddiana, oltre quello dei temi, è quello della lingua personale e lontana dal linguaggio comune, con l’ausilio della lettura da parte di Alessio Tessitore e della musica del maestro Carlo Tatasciore al pianoforte, si proporrà l’accostamento allo stupefacente plurilinguismo e al gioco metaforico che l’autore milanese adotta con effetti “pirotecnici”, non per puro virtuosismo, ma ancora una volta per una personale visione del mondo.