Verdena al Siren Festival di Vasto venerdì 24 luglio
I Verdena saranno al Siren Festival di Vasto (piazza del Popolo) venerdì 24 luglio per l'unica tappa abruzzese del tour di 'Endkadenz Vol.1'. Stipulare idee, sorridere agli dei, captare bisogni immobili. E‘ un casino ormai. Faccio come il nevischio, non cambierò mai di stile. Un nuovo disco dei Verdena è sempre un movimento, una ricerca, una via di fuga dalla prevedibilità.
Se 'Wow' era un’esclamazione quasi categorica, anche se piena di rifrazioni, qui sono i sussurri e le grida, mica solo vocali, a fare da miccia agli incendi di ogni brano. Il brio del risveglio si contrappone al sonno della decadenza. La lotta, magari disillusa, all’accettazione di tutto quello che capita.
I Verdena non abbandonano il loro modo di fare e intendere la musica: lo testimoniano ancora una volta le parole, che non sono mai state così amalgamate ai suoni, al punto da rendere la voce, a tutti gli effetti, uno strumento completo, che non scivola più di lato, ma resta spesso al centro della scena sonora.
'Endkadenz Vol.1' è un viaggio in cui ogni nota, ogni inflessione del canto e ogni deviazione si accompagnano senza sovrapporsi: il Nevischio che impasta i pensieri e i sentimenti apre, improvvisamente, la porta a un intreccio in cui l’elettrico, l’acustico, la sovrapposizione e la rarefazione sono messe lì, fianco a fianco, con effetti incandescenti.
Non ci sono preminenze, fra la batteria, il basso, la chitarra, tutti gli strumenti che vengono utilizzati perché una canzone suoni bene: conta, decisamente, la coralità Apocalittico magari – lo mostrano bene il tono di Rilievo e i suoi ricami vocali sciamanici, la malinconia dei sensi di Diluvio, che diventa malinconia delle forme, le pulsazioni di Derek – ma tutt’altro che disintegrato.
Nel battito in dissolvenza di 'Vivere di Conseguenza', nelle circospezioni soniche di 'Alieni fra di noi', nell’eleganza, tutt’altro che ruvida, di 'Contro la Ragione' ci sono anche i semi del cambiamento, rispetto a quelle che sono le strade percorse fino ad ora da Alberto, Luca e Roberta.
Nessuna rivoluzione, ma un deciso affinamento verso un orizzonte sempre più ipnotico malinconico e corrosivo, se serve. 'L’inno del Perdersi' sottolinea questo nuovo equilibrio, fuori dagli schemi troppo rigidi e dai riferimenti troppo obbligati di molti altri. Il futuro magari non è radioso (vedi 'Funeralus' che comunque apre la porta a suggestioni, di nuovo, profonde, inattese), ma i Verdena lo canteranno ancora, nel modo migliore: non per sfida, ma semplicemente per attitudine.