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Zona rossa, gli esercenti non credono alle promesse: "Questa Regione deve darci risposte subito"

I commercianti abruzzesi denunciano le gravi conseguenze legate al prolungamento della zona rossa in Abruzzo e chiedono, tra le altre cose, l'azzeramento delle tasse e l'erogazione dei ristori regionali entro il 31 dicembre

 Azzeramento delle tasse locali e regionali, erogazione dei ristori regionali entro il 31 dicembre, previsione di nuovi ristori a copertura di questa ulteriore chiusura, credito d’imposta regionale sulle altre misure: queste le richieste urgenti alla Regione Abruzzo da parte di Confesercenti, che questa mattina ha convocato un’assemblea online, coordinata dal direttore Lido Legnini, con commercianti, esercenti e albergatori abruzzesi.

Tutti denunciano le gravi conseguenze legate al prolungamento della zona rossa in Abruzzo e chiedono risposte certe davanti a magazzini pieni di merce invenduta da pagare, casse vuote per anticipare la cassa integrazione ai dipendenti, pioggia di disdette sulle prenotazioni in un periodo, quello di dicembre, che vale anche la metà del fatturato per il commercio e la ristorazione. 

“L’Italia riparte e l’Abruzzo resta fermo - ha esordito questa mattina il presidente regionale Daniele Erasmi - pagheremo un prezzo altissimo, il più alto d’Italia in questo momento, e ci sono precise responsabilità. Questa volta non molleremo né indietreggeremo di un millimetro: avviamo una mobilitazione perché entro fine anno la Regione eroghi i ristori promessi questa estate e arrivati a poche centinaia di aziende, e deve prevederne altri che coprano questi giorni di chiusura ulteriore".

“Le casse dei nostri negozi sono ormai vuote - ha aggiunto Franco Menna, commerciante di calzature di Vasto e presidente di Confesercenti Provinciale Chieti - ma i fornitori vanno pagati e questo sta strozzando le imprese”. Una situazione confermata da tanti altri esercenti di Pescara, Teramo e province. 

La situazione è molto dura anche per la ristorazione, per chi sta subendo la concorrenza delle confinanti regioni ‘gialle’, per i rappresentanti del settore ambulante.

Mario Antonelli, giovane presidente della Confesercenti aquilana, ha raccontato ai colleghi: “Abbiamo dovuto chiudere la nostra azienda alimentare perché sono stato contagiato da mia madre, infermiera al pronto soccorso, e questo per una piccola azienda è devastante. Per fortuna stiamo ripartendo, ma così non si può andare avanti”.Una situazione che accomuna diverse piccole attività in tutte le quattro province abruzzesi.
 

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