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Economia

I silenzi sulla vertenza Air One Technic: una sconfitta per l’Abruzzo

Al centro di manutenzione Air One Tecnich, chiuso nel 2011, prestavano lavoro 80 giovani operai altamente qualificati con tanto di certificazioni

“Il silenzio sulla vertenza Air One Technic rappresenta una sconfitta per l’Abruzzo” è quanto dichiarano i Presidenti delle province di Chieti e Pescara, Enrico di Giuseppantonio e Guerino Testa.

Il 1 maggio 2011 chiudeva i battenti  il centro di manutenzione Air One Tecnich che operava negli spazi aeroportuali di Pescara, un fiore all’occhiello abruzzese dove prestavano lavoro 80 giovani operai altamente qualificati con tanto di certificazioni e una capacità concorrenziale riconosciuta a livello europeo.

La decisione della CAI ALITALIA di delocalizzare le commesse a Napoli e di dismettere gli hangar è l’inizio di un calvario fatto di incontri e trattative per scongiurare la perdita definitiva di posti di lavoro e che porta con fatica all’apertura di un tavolo di confronto presso il Ministero dello Sviluppo Economico, carico di speranze.

Alla prima ed unica seduta del tavolo ministeriale hanno partecipato anche i Presidenti delle Province di Chieti e Pescara che oggi sgomenti commentano le anomalie di questa vicenda, loro che stanno affrontando in questi anni di profonda crisi vertenze molto complesse. “L’Alitalia si è mostrata da subito refrattaria al confronto e alla prospettiva di una riconversione del centro manutentivo, rifiutandosi di assegnare un minimo di commesse e rimanendo inerte alla richiesta di liberazione degli hangar di proprietà della SAGA spa. Il Ministero, dal suo canto, non ha mai riaperto il tavolo nonostante le decine di richieste inoltrate in quasi due anni dal blocco delle attività”.

Di Giuseppantonio e Testa dichiarano: “Abbiamo messo il nostro impegno per portare avanti quanto stabilito al tavolo ministeriale e abbiamo portato a Roma una cordata di imprenditori abruzzesi disposti a rilevare l’azienda e a rioccupare il personale fatto prevalentemente di giovani, per sottrarlo ad una  cassa integrazione lunga sette anni e alla perdita delle certificazioni acquisite”.  

E ammettono: “ Abbiamo atteso invano, da circa quattro mesi, un cenno di riscontro da parte del Ministero occupato a strappare una data utile alla Cai Alitalia spa, dopo aver provveduto, come da accordi, ad inviare il piano industriale di riconversione redatto dalla cordata di imprenditori e le condizioni di rilevamento su cui aprire finalmente una trattativa seria”.

Nei giorni scorsi è stato lanciato l’ultimo invito al Ministero ritenendo doveroso informare della chiusura del tavolo di confronto tutti i soggetti interessati, che non hanno mai ricevuto una comunicazione formale in tal senso.

“Comprendiamo che si tratta di una vertenza difficile perché l’interlocutore è distante – concludono i Presidenti Enrico Di Giuseppantonio e Guerino Testa  – ma mai avremmo pensato ad un disinteressamento totale per questa vicenda che ha ricadute negative su tutto l’Abruzzo, a cui è stata sottratta la possibilità di avere una struttura di supporto all’Aeroporto Internazionale d’Abruzzo, di mantenere un’attività economica qualificata e qualificante per la regione con prospettive internazionali e soprattutto, di preservare sul territorio risorse umane specializzate e posti di lavoro”.

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