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Economia

Unimpresa: le riserve delle famiglie aumentano di 15,4 miliardi in 12 mesi

Studio dell'associazione sui depositi: la recessione blocca i consumi. Unimpresa Chieti: "Banche investono liquidità in btp in cerca di guadagni sicuri ma con progetto di basso profilo"

Con la recessione le famiglie non spendono più e in un anno lasciano in banca 15,4 miliardi di euro, mentre crolla di 25,8 miliardi la liquidità degli istituti di credito che hanno aumentato di 32,7 miliardi gli investimenti in titoli di Stato.

 Sono i dati principali di un rapporto del Centro studi di Unimpresa, secondo cui i salvadanai delle famiglie sono passati dagli 854,1 miliardi di euro di marzo 2013 agli 869,6 di marzo 2014 in aumento dell'1,8%; la liquidità degli istituti è invece diminuita da 346,9 miliardi a 321,1 miliardi in calo del 7,4%. La crisi e i timori di nuovi scossoni finanziari, bloccano i consumi e, nonostante la crescita dei depositi dei cittadini, riducono i fondi delle banche che cercano guadagni facili con bot e btp.

"Analizziamo due fenomeni preoccupanti - commenta Francesco Bevilacqua, responsabile Area Credito Unimpresa Chieti - Da una parte l'aumento delle riserve delle famiglie che preferiscono risparmiare il più possibile, ma così facendo riducono drasticamente i consumi con inevitabili ricadute negative sulle possibilità di ripresa delle aziende italiane, dall'altro lato però, vediamo come le banche, che hanno ridotto i prestiti di 30,5 miliardi al settore privato in un anno, spostano la liquidità in asset sicuri: invece di finanziare imprese e famiglie, gli istituti mettono i soldi in titoli di Stato, con guadagni facili e sicuri, ma basati si un progetto di basso profilo" .

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