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Il manufatturiero abruzzese in crisi per la pandemia, ma meno del resto d'Italia

È il risultato dello studio realizzato da Confindustria Abruzzo, Cresa e Bper banca sull'andamento delle imprese con almeno 10 addetti

Il sistema manufatturiero abruzzese nel 2020 ha registrato difficoltà a causa della pandemia, ma registrando contrazioni meno ampie della media nazionale. È il risultato dello studio realizzato da Confindustria Abruzzo, Cresa e Bper banca sull'andamento delle imprese con almeno 10 addetti.

Il risultato risulta diverso dalla media nazionale probabilmente per il fatto che il target dell’indagine non comprendeva le micro-imprese (0-9 addetti e fatturato < 500 mila euro), ossia quelle che nell’anno pandemico, per debolezza strutturale, organizzativa e finanziaria, hanno maggiormente sofferto. Il 2020 fa registrare decrementi su base annua diffusi ma non di rilevante entità se si eccettua la maggiore contrazione del fatturato complessivo, comunque inferiore al decremento Italia, e il calo più contenuto degli ordini esteri.

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Sotto il profilo dei settori, si osservano i buoni andamenti generali dell’alimentari, dell’elettronica e dei mezzi di trasporto (con qualche criticità sul fronte occupazionale). Ottime le performance della chimico-farmaceutica relative agli scambi con l’estero e della metalmeccanica sul fronte dell’occupazione. Non sono positivi i risultati dell’abbigliamento (nonostante l’interessante aumento dell’export), del legno e mobili e delle lavorazioni di minerali non metalliferi.

Sotto il profilo della dimensione d’impresa, si rileva che sono le grandi (250 addetti e più) ad aver reagito nel complesso decisamente meglio di fronte alle difficoltà generate dalla pandemia, mostrando, rispetto alle piccole (10-49 addetti) e alle medie (50-249 addetti), solo maggiori difficoltà di tenuta dei livelli occupazionali. Il clima di opinione è nel complesso positivo, con aspettative a sei mesi di incrementi di tutti gli indicatori, ad eccezione degli ordini esteri, riguardo ai quali prevale un blando pessimismo.

"I dati contenuti nel rapporto annuale - commenta Giuseppe Marco Litta, responsabile della direzione regionale Abruzzo Molise di Bper Banca - rappresentano un utile strumento per intercettare le necessità delle imprese e farle proprie mettendo in campo azioni di supporto alle criticità evidenziate, per accompagnare il sistema economico verso la ripresa. Obiettivo che vede Bper Banca impegnata con un ruolo di primo piano".

“All’interno del 'Position Paper Pnrr Abruzzo e la Programmazione Europea 2021-2030' vi sono idee e progetti volti ad agevolare la liquidità delle pmi, a sostenere l’impresa e il lavoro, a dare maggiore competitività al territorio a rendere efficienti le risorse finanziarie spendibili a favore del sistema produttivo”, precisa Marco Fracassi, presidente Confindustria Abruzzo.

Il questionario sull’andamento nel 2020 è stato accompagnato da un set di domande, elaborato in collaborazione con Lino Olivastri, presidente della consulta Servizi Innovativi di Confindustria Abruzzo, riguardanti il grado di digitalizzazione. È l’aggiornamento di un’analoga indagine svolta da Confindustria-Cresa-Bper relativamente al 2018 e consente di analizzare il sentiero percorso finora dal sistema delle imprese regionali.

Nel 2020, una azienda su sei non ha attivato processi digitali e circa la metà li ha adottati in poche aree, soprattutto produzione e progettazione. La metà delle imprese digitalizzate ne ha tratto pochi benefici e il 50% circa degli intervistati non ha in organico figure specifiche. Gli investimenti digitali previsti riguardano soprattutto l’acquisto e attivazione di macchinari interconnessi e la formazione/aggiornamento del personale. Due aziende su tre non sono interessate allo smart working, mentre solo il 7% lo adotta in maniera strutturata. Le imprese in vario modo si interessano ad esso per la necessità di fronteggiare la pandemia. La maggioranza degli intervistati conosce una sola organizzazione dell’ecosistema digitale.

“Confindustria Abruzzo - conclude Fracassi - continua pertanto ad essere in prima linea per individuare le soluzioni e le migliori prassi per affrontare le sfide imposte dai sempre mutevoli scenari internazionali e per condividere e sostenere le iniziative e le azioni necessarie su questi temi”.

“È compito del sistema istituzionale pubblico e privato di cui tutti noi facciamo parte - sintetizza Mara Quaianni, presidente del Cresa - sostenere la crescita della cultura imprenditoriale, che include anche la capacità di intraprendere consapevolmente percorsi diversi da quelli abituali (es. internazionalizzazione) o di esplorare gli stessi percorsi in modo diverso (es. innovazione digitale)”.

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