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Economia

Qualità della vita: si pagherebbero 1.500 euro per vivere a Chieti

Lo dice una ricerca condotta da un gruppo di economisti dell'università Bicocca, basata su un indice di qualità. Il capoluogo teatino è primo in Abruzzo, seguono L'Aquila, Teramo e Pescara. Sul podio si piazza Pisa

Quanto sarebbe disposto a pagare un italiano per trasferirsi a Chieti? 1.538 euro, non uno in più. È il curioso risultato di una ricerca sulla qualità della vita nelle città italiane, condotta da Alessandra Michelangeli, Emilio Colombo e Luca Stanca, economisti dell’Università di Milano-Bicocca.

Uno studio molto serio, basato su un indice di qualità messo a punto dagli stessi autori. Il criterio di valutazione si basa sul metodo edonico, che prende in considerazione il riflesso delle caratteristiche del territorio sui prezzi delle abitazioni e sul valore delle retribuzioni, misurando la disponibilità a pagare dei cittadini, in termini di euro all’anno, per spostarsi da una città con caratteristiche medie ad una con le caratteristiche economiche, sociali, climatiche, ambientali e di servizi di Pisa che conquista il primo posto.

Chieti si piazza così al 23 esimo posto nazionale, prima in Abruzzo. Seguono L’Aquila, 49esima, per la quale un italiano pagherebbe 325 euro, Teramo, in 56esima posizione con 136 euro. Fanalino di coda abruzzese è Pescara, che ottiene il 58esimo posto: secondo gli esperti si pagherebbero 59 euro per vivere nella città adriatica.

Sul podio nazionale, dopo la già citata Pisa (5.241), arrivano Trieste (4.162 euro) e Bologna (3.847). Ma quasi la metà dei capoluoghi di provincia non risulta appetibile: dal 59 esimo posto di Savona, infatti, i valori in euro della classifica hanno un segno negativo. Una cifra che indica quanto un cittadino dovrebbe essere pagato per vivere in quella città con caratteristiche inferiori alla media. Agli ultimi posti ci sono Potenza (101 esima con 4.248), Caltanissetta (4.698) ed Enna (6.922).

La ricerca (pubblicata anche in volume col titolo "Città italiane in cerca di qualità", Egea) ha utilizzato dati dell'Agenzia del Territorio, con informazioni molto dettagliate sui singoli immobili oggetto di compravendita (circa 150 mila) nei capoluoghi di provincia e dati dell’Inps relativo ai salari individuali di circa 157 mila lavoratori dipendenti nel settore privato residenti nei capoluoghi di provincia. In questo modo è stato possibile separare la componente dei prezzi degli immobili di una determinata città nella parte che è attribuibile alle caratteristiche della città dalle caratteristiche intrinseche dell’immobile o del lavoratore nel caso del salario.

"L’idea alla base del metodo edonico – spiegano Stanca, Colombo e Michelangeli – consiste nel misurare la qualità della vita utilizzando una serie di caratteristiche del territorio di natura ambientale, demografica e socioeconomica. Queste caratteristiche sono comunemente indicate con il termine amenities o amenità. Le amenità sono le caratteristiche o gli elementi di una città che hanno un impatto positivo sul benessere dei suoi abitanti".

Qualora abbiano un impatto negativo vengono chiamate disamenities o disamenità. Per aggregare le diverse componenti in un unico indice della qualità della vita, non vengono utilizzati dei pesi definiti sulla base di principi normativi o criteri statistici, ma si utilizzano le preferenze delle persone che sono rivelate attraverso le scelte abitative e occupazionali.

"L’ipotesi – aggiungono gli autori della ricerca – è che le caratteristiche del territorio si riflettono nei prezzi delle abitazioni e delle retribuzioni, in quanto gli individui scelgono di abitare e di lavorare nelle città che giudicano più attraenti, facendo così variare la domanda di abitazioni e l’offerta di lavoro. La presenza di un’amenità (clima mite, buone scuole, bassa criminalità) in una data area territoriale (città, regione, ecc.) fa aumentare la domanda di abitazioni e l’offerta di lavoro. Pertanto, a parità di altre condizioni, attraverso le differenze che si osservano in equilibrio tra diverse aree nei prezzi delle abitazioni e nelle retribuzioni, è possibile ottenere una valutazione monetaria dell’importanza che le persone attribuiscono a ciascuna amenità".

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