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Economia

Saldi, niente anticipo al 2 gennaio: ora Confcommercio chiede di posticiparli al 23

I saldi invernali inizieranno il 5 gennaio, ma Confcommercio Chieti, contraria alle svendite appena dopo Natale, propone di posticiparli al 23 gennaio. La presidente provinciale Tiberio: “La categoria è con noi”

L’anticipo della data dei saldi al 2 gennaio, così come richiesto da Federdistribuzione (l’associazione che rappresenta la grande distribuzione) è stato scongiurato Federmoda Confcommercio Nazionale. Dunque i saldi invernali quest’anno inizieranno il 5 gennaio, ma ora Confcommercio, da sempre contraria alle svendite appena dopo Natale, propone di posticiparli al 23 gennaio. 

“La data di avvio al 5 gennaio penalizza oltremodo i piccoli commercianti perché fa subire una brusca frenata agli acquisti durante il mese di dicembre, al contrario tradizionalmente dedicato allo shopping. Qualora questa ennesima anticipazione dei saldi dovesse essere confermata in Abruzzo, ribadiremo la nostra ferma contrarietà a tale ipotesi” annuncia Marisa Tiberio, presidente provinciale Confcommercio Chieti.

Una posizione condivisa dalla maggioranza dei commercianti di Chieti e provincia che l’associazione ha interpellato sull’argomento tramite sondaggio a campione. “Il 70% dei commercianti interpellati ha chiesto il posticipo delle date di partenza dei saldi stagionali, ha auspicato che la durata degli sconti venga accorciata ed ha ribadito la necessità del divieto, stabilito da una legge regionale, di effettuare vendite promozionali nei 30 giorni antecedenti il periodo dei saldi”. 

Il 5 gennaio 2016 evidenziano da Confcommercio, cade ad inizio settimana (anche se il 6 gennaio è Festivo) ed è “una coincidenza davvero nefasta per la categoria in quanto- sottolinea Tiberio- si andrebbero a penalizzare anche le vendite del fine settimana precedente. Inoltre far partire i saldi ad inizio settimana potrebbe non dare lo slancio giusto alla stagione degli sconti.

I saldi – conclude - rappresentano veramente le vendite di fine stagione e hanno lo scopo di smaltire le sempre pesantissime rimanenze che si generano. E’ impossibile, quindi, continuare ad anticipare le vendite a saldo. Un qualcosa di assolutamente deleterio per una categoria che già vive, da tempo, un periodo storico difficile”.     

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