Ryanair, si aprono spiragli per la permanenza della compagnia in Abruzzo
Garanzie da parte del Governo all'incontro a Roma. D'Alfonso: "Se gli aeroporti minori cessassero la loro attività verrebbero meno 3 milioni di voli l'anno"
Ryanair potrebbe cambiare idea e decidere di non chiudere la base all’aeroporto d’Abruzzo.
Lo spiraglio si è aperto al termine del vertice di giovedì mattina a Roma, al ministero dei Trasporti, tra il ministro Graziano Delrio, i vertici del vettore low cost - il Ceo Michael O'Leary (foto) e il responsabile commerciale David O'Brien - e i governatori di Abruzzo, Luciano D'Alfonso e Sardegna, Francesco Pigliaru, interessata dallo stesso problema. Il Ministro ha però confermato a Ryanair l’impegno a rivedere l’aumento sulle tasse sui biglietti aerei varato a fine anno, con l’obiettivo di ridurne al minimo gli effetti, e a rivisitare le linee guida relative agli accordi di incentivazione tra linee aeree e aeroporti.
"Sono soddisfatto perché ho visto un atteggiamento di lealtà sia da parte degli operatori economici che da parte del ministero dei Trasporti” ha dichiarato il governatore dell'Abruzzo, Luciano D'Alfonso. "Noi – ha aggiunto - come regione abbiamo posto tre questioni: la sovrattassa sui biglietti aerei che colpisce i voli low cost; il tema delle linee guida che il ministero si è impegnato a rivedere sollecitamente e infine una revisione della normativa per fare in modo che gli aeroporti minori e quelli insulari possano continuare a funzionare perché se cessassero la loro attività verrebbero meno 3 milioni di voli l'anno che non è una questione di poco conto, anche per la ricaduta economica”.