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Economia

Il grido di protesta dei commercialisti: "Vogliono darci il Daspo, ma non siamo teppisti"

Il riferimento è all'idea del Movimento 5 Stelle di sospendere temporaneamente o definitivamente l'attività di un professionista abilitato in caso di certificazione di crediti tributari inesistenti

"Viene proposto una specie di Daspo per i commercialisti: mancava solo che fossimo equiparati ai teppisti da stadio e considerati una sorta di ultras dell'evasione". È il grido d'allarme dei commercialisti, in una nota del sindacato Ungdcec (Unione giovane commercialisti), a forma del presidente Daniele Virgilito. La categoria si è riunita alla Camera di commercio fra oggi e domani per fare il punto sulla professione. 

Si parla di crisi d'impresa, ma anche della protesta per gli indici Isa e per l'idea del Movimento 5 Stelle di sospendere temporaneamente o definitivamente l'attività di un professionista abilitato, in caso di certificazione di crediti tributari inesistenti da includere nella manovra economica.

"L'avvocato del popolo criminalizza l'intera categoria dei commercialisti - incalza Virgilito - proponendo una sospensione dalla nostra attività, con il subdolo obiettivo di recuperare 7 miliardi per disinnescare l'aumento dell'Iva, anche se ora sembra che la nostra indignazione si sia fatta sentire tanto forte che il governo sta già facendo marcia indietro".

"Ormai siamo ridotti ad agenti dello Stato pagati dai clienti: a questo punto non ci resta che fare parcella all'Agenzia delle Entrate", dice Virgillito, invitando dal palco gli oltre 1.500 professionisti accorsi da tutta Italia "a raccogliere le firme per una class action".

"La crisi d'impresa rappresenta un'ottima opportunità per noi - avverte Virgillito e, alla presenza di magistrati, economisti, imprenditori e altri esponenti di spicco del settore, illustra la sua ricetta per contribuire al risanamento delle aziende italiane che, in 90 mila, dovranno dotarsi entro il prossimo 16 dicembre di appositi organi di controllo: "La riforma, basata sull'emersione anticipata della crisi, parla dell'esigenza per ogni attività di un supporto professionale atto a implementare e garantire la qualità dei processi e dei controlli interni. E chi meglio di un commercialista può incarnare questo ruolo?".

"Il giovane commercialista ha competenze tecniche specifiche nell'ambito della revisione e della vigilanza, oltre a flessibilità tali da rappresentare un insostituibile supporto in questo contesto", sottolinea il presidente dell'Unione giovani, che con i suoi oltre 10 mila iscritti (tutti under 43) e 21 sedi in tutta Italia, è il sindacato più rappresentativo della categoria. "La nostra attività - aggiunge - può contribuire a cogliere prontamente i primi sintomi della crisi, a ridurre la mala gestio da parte di amministratori spesso impreparati su questi contesti, alla redazione di piani di soluzione che siano credibili, coerenti e fattibili per il miglior soddisfacimento dei creditori".

"Ci troveremo - precisa - ancor più a stretto contatto con la governance dell'impresa e, per affrontare la sfida dei nuovi organi di controllo, dovremo sviluppare nuove competenze: bisognerà, ad esempio, saper analizzare i dati di mercato e fare benchmark tra i vari competitor".

I giovani professionisti saranno chiamati sempre più spesso a svolgere una molteplicità di funzioni: in qualità di consulenti d'impresa, di organi di controllo e di componenti dei nuovi organismi di composizione della crisi. "Non saremo più etichettati come esperti solo in materia fiscale - sottolinea Virgillito - ma riconosciuti come consulenti per il risanamento delle aziende".

Certo, precisa il presidente Ungdcec, che non perde occasione per chiedere incentivi e agevolazioni per i suoi associati, "dovremo, da un lato, fare squadra per mezzo delle aggregazioni, dall'altro investire in nuove competenze e digitalizzazione". Durante i lavori del convegno, corredato da tre tavole rotonde e numerosi focus operativi, si è discusso anche degli Isa.

"L'annuncio di un tavolo tecnico - avverte - è la solita presa in giro, non siamo più disposti a cadere in questo tranello, ma continueremo a oltranza la nostra protesta, finché non avremo una vera semplificazione fiscale: una promessa finora mai mantenuta, tanto che dal 2015 a oggi sono stati introdotti 53 nuovi e spesso ridondanti adempimenti", continua il presidente dell'Ungdcec che, insieme alle altre otto sigle sindacali dei commercialisti, ha partecipato alla prima effettiva forma di astensione nella storia della categoria.

"Abbiamo avviato - dice Virgillito - questa iniziativa non contro qualcuno ma a difesa dell'equilibrio del sistema: il problema degli Isa non è, come si legge nella risposta del Mef, la complessità di cui peraltro nessuno si è lamentato, ma la mancanza di attendibilità e affidabilità dei dati".

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