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Nuovo impianto sciistico sulla Majelletta, il no del Wwf: "Calo della neve, è uno spreco di soldi"

La delegata regionale del Wwf Abruzzo, Filomena Ricci si oppone al progetto che collega i comprensori di Passo Lanciano e Mammarosa

Un secco "No" da parte del Wwf Abruzzo al progetto rilanciato dalla Regione che prevede il collegamento degli impianti sciistici dei comprensori di Passo Lanciano e Mammarosa.  Un progetto da 20 milioni e 200 mila euro, incrementabili con eventuali capitali privati, impegnati per la realizzazione di una seggiovia per collegare Passolanciano con l’area di Mammarosa; tre stazioni, una ubicata nei pressi dello stazzo di Roccamorice che apre un nuovo punto di accesso al comprensorio dal versante Pescarese; un impianto di innevamento, costituito da bacini di accumulo e reti tecnologiche e il recupero di alcuni edifici presso la zona di Passolanciano. 

"La Regione Abruzzo - dice la delegata regionale del Wwf Abruzzo, Filomena Ricci - continua anacronisticamente a proporre progetti per la costruzione di nuovi impianti da sci e pesanti infrastrutturazioni annesse un po’ ovunque sulle nostre montagne, incurante del fatto che, come afferma una recente ricerca di Eurac Research di Bolzano, la neve è in calo nel 78% delle aree montane di tutto il mondo. Uno studio importante, ma non certo l’unico: le evidenze scientifiche del cambiamento climatico in atto sono ormai incontrovertibili e i dati in bibliografia sono molteplici e arrivano da più fonti". 

Creazione di nuovi impianti da sci, ampliamento di quelli esistenti, realizzazione di parcheggi, nuovi accessi alle aree montane  e bacini per realizzare l’innevamento artificiale secondo il Wwf  sono "idee vecchie ormai di decenni, che l’amministrazione regionale tira fuori per un rilancio della montagna.  Le stazioni sciistiche sono in perdita tanto che è impossibile trovare imprenditori che di tasca propria investano in un settore che ha ormai bisogno del supporto di fondi pubblici per sopravvivere. Le stazioni restano chiuse per mancanza di neve per intere settimane in stagioni invernali che fanno rilevare sempre più spesso temperature troppo alte per consentire l’innevamento. È assurdo continuare a ritenerle degli investimenti strategici per le aree interne, quando invece non fanno altro che disperdere preziose risorse pubbliche che servirebbero per ben altri progetti di rilancio. Molte di queste opere vanno per altro a insistere su aree tutelate da parchi nazionali e regionali o da aree di importanza comunitaria, ambienti di pregio spesso esclusivi della nostra Regione, che hanno un valore inestimabile".

Filome Ricci spiega come per quanto riguarda l'aspetto ambientale "sottrarre beni comuni come il suolo o l’acqua per opere che non hanno alcun interesse pubblico né reali benefici per la comunità, in nome di una visione antica e superata dello sviluppo della montagna, non può essere in alcun modo condivisibile. La gestione delle aree montane è questione ben più complessa e richiede interventi e linee di programmazione e di investimento legate all’unico bene certo di questi territori: l’attrattività ambientale che peraltro può portare turismo tutto l’anno. La facile strada della realizzazione di impianti da sci che potrebbero diventare rapidamente obsoleti e non utilizzabili, come accaduto già altrove in Abruzzo, non porta da nessuna parte, arreca danno e fa spendere inutilmente enormi quantità di denaro pubblico". 

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