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Economia

Politiche attive Abruzzo, i manager a servizio delle piccole e medie imprese

Il progetto finanziato da Federmanager e Confindustria con fondi della categoria

Entrano nel vivo le attività del progetto sulle Politiche attive per lo sviluppo del tasso di managerialità in Abruzzo, che vede Federmanager Abruzzo e Molise in sinergia con diverse sedi locali Confindustria. Si tratta di un progetto teso a migliorare la competitività di piccole e medie aziende abruzzesi, attraverso la disponibilità di professionalità di altissimo livello a costo zero per le imprese. Dettagli e tempi del progetto sono stati illustrati ieri nella sede di Federmanager dal Presidente di Federmanager Abruzzo e Molise Florio Corneli, dal Direttore Generale di Confindustria Chieti-Pescara Luigi Di Giosaffatte, dal relatore del progetto Bruno Guardiani e da Francesco De Bartolomeis Direttore di Confindustria L’Aquila.

“L’Abruzzo è pronto a diventare modello di politiche attive in Italia con un progetto che unisce le forze delle categorie degli imprenditori e dei dirigenti e che per la prima volta non chiede risorse alle imprese, ma porta investimenti e competenze – così il presidente di Federmananger Florio Corneli – Con il progetto sperimentiamo per la prima volta in Italia un modello che vogliamo mettere a servizio del territorio e della filiera economica: lo facciamo con l’auspicio che le istituzioni diventino parte attiva della cordata, investendo risorse pubbliche per replicare questo modello sul territorio e ampliarlo a più settori possibile".

“Lavoriamo per creare un modello replicabile anche a livello nazionale – afferma il direttore generale di Confindustria Chieti Pescara Luigi Di Giosaffatte - finanziato da un organismo paritetico qual è 4Manager per colmare il grande gap di politiche attive che c’è in Italia, su cui abbiamo ancora tanta strada davanti. Formare i manager rispetto alle esigenze di digitalizzazione e sviluppo che hanno oggi le aziende di fronte al mercato globale la riteniamo una cosa importante, lo è ancora di più quando questo processo interessa anche le aziende e va a colmare anche il gap manageriale che non consente la crescita. Il progetto alimenta l’economia perché fa formazione e crea lavoro, sostenendo i manager, gli imprenditori e l’insieme di fornitori e famiglie che stanno dietro le imprese. E’ importante che la Regione indirizzi fondi con dei bandi per adottare questo modello di cui oggi facciamo la prima sperimentazione, in modo da renderlo subito replicabile. Noi lo sosterremo sempre come partnerariato, immaginando sviluppi anche per figure non solo manageriali, ma professionali, perché possa verificarsi la migliore utilizzazione delle competenze”.

“Il progetto è in corso, c’è già stato un primo incontro fra imprese e manager lo scorso 21 novembre attraverso un workshop illustrativo delle fasi – così l’ingegner Bruno Guardiani, responsabile di progetto – Si parte da un’esigenza di crescita delle PMI che non è solo dimensionale, ma anche qualitativa e di posizionamento di mercato. Se vi si rinuncia molte delle nostre piccole e medie realtà potrebbero scomparire nei prossimi 5 anni. La crescita viene promossa dal supporto di competenze manageriali calato sulle realtà aziendali e sui problemi che esse vivono. Il percorso complessivo parte dall’adesione delle imprese, a cui ha già lavorato Confindustria nei mesi scorsi, noi abbiamo fatto altrettanto con i nostri manager e in tutto oggi abbiamo una ventina di imprese e di manager fra cui verranno scelte 5 realtà e soggetti attraverso cui il progetto diverrà operativo, con una quota di risorse pari a 20mila euro".

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