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Economia

Sixty: il cuore dell'azienda resta a Chieti ma 183 posti in meno in Italia

Presentato il nuovo piano industriale 2012-2015: la sede resta a Chieti, si prevedono 183 posti di lavoro in meno in Italia e l'apertura di nuovi canali di business in Brasile, Stati Uniti e Russia. Il sindaco chiede l'intervento del governo

Prevede di mantenere la struttura di gestione a Chieti e la riduzione di 183 posti di lavoro in Italia il nuovo piano industriale 2012-2015 presentato da Sixty spa alle organizzazioni sindacali e che si pone come obiettivo il rilancio del gruppo e il ritorno all'utile nel 2015.

"I risultati del Gruppo negli ultimi 3 anni - scrive Sixty Spa - hanno infatti imposto all'azienda il varo di un nuovo piano che consentirà di recuperare redditività attraverso una manovra bilanciata tra sviluppo dei ricavi e riduzione dei costi. Il fatturato 2011 si è attestato a 293 milioni di euro rispetto ai 381,5 milioni del 2010".

"Confermato il mantenimento della sede a Chieti, città in cui l'azienda è nata e si è sviluppata, con l'organizzazione di una struttura in grado di guidare con successo in futuro le funzioni chiave del business della moda: creatività, prodotto, comunicazione, marketing, distribuzione e retail. La nuova struttura permetterà di implementare con efficienza le strategie di rilancio del Gruppo. Sul fronte dello sviluppo il nuovo piano prevede l'espansione in Europa di una rete retail più efficiente, l'apertura di nuovi canali di business negli Stati Uniti, Brasile e Russia, lo sviluppo del business online, e l'implementazione di un nuovo modello organizzativo per rafforzare l'identità dei marchi del Gruppo".

In parallelo, il Gruppo annuncia che procederà a una razionalizzazione della rete distributiva, a una riorganizzazione delle filiali in Europa ed a una riduzione dei costi della struttura centrale. "È ferma intenzione dell'azienda - conclude la Sixty Spa - di condurre tale processo di riorganizzazione con la massima responsabilità nei confronti di tutti i dipendenti".

Il sindaco di Chieti in merito alla vertenza occupazionale Sixty dice: "E’ necessario che questo problema venga portato al più presto sul tavolo del governo ed in tal senso ho intenzione di muovermi senza frapporre altro tempo per non rischiare di compromettere ulteriormente una situazione già di per se molto delicata e seria. La vicenda Sixty - continua Umberto Di Primio - come già quelle della Burgo e della ex Oliit, sono il segnale inequivoco di una assoluta emergenza sociale cui il governo nazionale e regionale sono chiamati a dare risposte immediate".
 

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