"In prima linea contro il Covid, ma senza bonus e con il contratto scaduto da 8 anni": la rabbia della sanità privata
Il coordinatore regionale Cgil Fp Sanità privata Abruzzo Molise Leone racconta le condizioni di lavoro e annuncia protesta per il mese di dicembre
In prima linea per l'emergenza sanitaria, ma con lo stipendio quasi dimezzato, un contratto collettivo scaduto da 8 anni e nessun bonus riconosciuto. È lo scenario dei lavoratori della sanità privata denunciato dal coordinatore regionale Cgil Fp Sanità privata Abruzzo Molise, Daniele Leone, che annuncia protesta per il mese di dicembre.
"Anche noi da febbraio - rivendia - lottiamo e ci prendiamo cura dei pazienti nelle nostre strutture. Anche noi dall’inizio dell’emergenza Covid, abbiamo avuto difficoltà per i dpi, come i colleghi del pubblico e dell’ospedalità convenzionata. Ora è arrivato il momento di dire basta, è arrivato il momento di manifestare il nostro dispiacere e il nostro rammarico per il contratto scaduto da oltre 8 anni e la nostra rabbia per non aver ricevuto un euro di bonus Covid 19 dalla Regione Abruzzo".
Secondo le stime diffuse dal sindacalista, infermieri e oss impiegati nelle strutture private, con turni che prevedono 5 notti al mese, guadagnano il l 40% in meno rispetto a chi lavora nella sanità pubblica e in quella classificata. "Di fronte a tutto ciò - lamenta - come non sentirsi operatori di serie b? Non vogliamo essere definiti 'eroi' dalla politica e dai vertici di Aris e Aiop. Ci hanno chiamato eroi perché servivamo a mantenere il sistema, poi si sono dimenticati di noi".
Nessuna indennità Covid, nonostante molti sanitari di rsa, case di riposo, cliniche convenzionate, centri di riabilitazione o psichiatrici sono rimasti contagiati.
Oltre all'emergenza sanitaria, Leone continua a chiedere l'apertura del tavolo di confronto per il rinnovo del contratto nazionale, che non viene aggiornato da 8 anni.
"Non siamo eroi, perché non esistono gli eroi di serie B. Stiamo nelle strutture socio sanitarie e ci prendiamo cura delle persone malate/fragili e, oltre a svolgere le nostre funzioni da infermieri, ci improvvisiamo all’occorrenza barbieri, parrucchieri, centralinisti, prepariamo i panni sporchi da consegnare alle famiglie e troviamo il tempo per non far sentire soli i malati, dedicando loro quel tempo prezioso per cercare di sconfiggere la tristezza e la solitudine e nonostante questa mole di attività indiretta, noi professionisti svolgiamo pienamente il nostro ruolo alla pari dei colleghi del pubblico e dell’ospedalità convenzionata. Anche noi prepariamo e somministriamo le terapie, effettuiamo medicazioni, elettrocardiogrammi, interveniamo nell’emergenza, facciamo prelievi, tamponi, prepariamo i pazienti per le Tac, insomma facciamo tutto quello che si effettua in un reparto di medicina o chirurgia ospedaliero. Siamo in tutto e per tutto professionisti laureati, iscritti all’ordine, con i crediti Ecm e obbligo della polizza assicurativa, come i colleghi della sanità pubblica e dell’ospedalità convenzionata", conclude.