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Economia

Occupazione, l'Abruzzo soffre ma dalla grande industria segnali di ripresa

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

Torna a salire l’occupazione in  Abruzzo nell’ultimo trimestre 2014, ma l’anno appena trascorso continua a registrare una netta flessione rispetto al 2008.  I dati Istat descrivono un mercato del lavoro ancora fortemente dimensionato da questa lunghissima crisi.  Dal 2008 ad oggi l’occupazione è drammaticamente scesa, ed anche il 2014 ha fatto registrare in media 35 mila occupati in meno.  Una speranza nei dati finali  degli ultimi tre mesi del 2014  che segnalano una forte ripresa rispetto allo stesso periodo del 2013 ed un netto riavvicinamento ai valori del 2008.     “Non si può ancora parlare di una vera e propria ripresa, peraltro segnalata da diversi Istituti di ricerca,  ma segnali  di crescita si avvertono nel settore industriale, che negli ultimi tre mesi del 2014 ha sensibilmente incrementato le persone occupate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente - dichiara  Maurizio Spina, Segretario della CISL AbruzzoMolise”.
Il sistema industriale abruzzese rappresenta il vero asse trainante per uscire dalla crisi dell’economia regionale. Questo andamento viene rafforzato dai valori positivi che si registrano in particolare nella provincia di Chieti, unica provincia in Abruzzo dove il numero degli occupati è incrementato del 2,2%  rispetto al 2013, e il tasso di occupazione è passato dal 53,1% al 54,6% nel 2014 – sottolinea il Segretario della CISL AbruzzoMolise”.
Secondo i dati Istat, nel 2014, il tasso di occupazione della popolazione tra 15 e 64 anni è diminuito di quasi 5 punti percentuali rispetto a 6 anni fa. Siamo passati dal 58,8% nel 2008 al 53,9% nel 2014. Una diminuzione del tasso di occupazione che si attenua nell’ultimo trimestre dell’anno.
Dal 2008 ad oggi le imprese del commercio e dei servizi, hanno fatto registrare, addirittura, un calo di 22.000 unità. Il settore delle costruzioni, che fino al 2012 aveva visto aumentare gli occupati raggiungendo i valori pre-crisi, continua a perdere mediamente 5 mila lavoratoriavoratori. Solo in agricoltura si continua a registrare un aumento della forza lavoro di 6 mila occupati in più rispetto allo scorso anno.
Il tasso di disoccupazione degli abruzzesi, secondo i dati elaborati dall’”Aps M.Ciancaglini”, è arrivato all’ 12,6%, 6 punti percentuali in più rispetto al 2008. I disoccupati, oggi, sono praticamente raddoppiati, passando dai 36 mila del 2008  ai 68 mila dei primi del 2014. Un tendenza che si conferma anche nei confronti trimestrali.
“In questa situazione si avverte l’esigenza di restituire un ruolo centrale agli ammortizzatori sociali, che comunque riescono a garantire un reddito minimo a chi ha perso, definitivamente o temporaneamente,  il posto di lavoro, - descrivere il leader della CISL AbruzzoMolise”.
I dati ufficiali segnalano una apparente, marcata, diminuzione delle ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni nell’anno appena trascorso. Siamo passati dalle 40 milioni di ore nel 2013 alle 33 milioni nel 2014. Quasi 7 milioni di ore di  cassa integrazione in meno, come risultato del calo della  gestione  ordinaria (44,67%), e di una crescita contenuta di quella straordinaria (3%), mentre gli interventi in deroga registrano una lieve diminuzione (-16%). Secondo i dati INPS, la riduzione delle ore autorizzate si registra in tutti i settori produttivi ed In tutte le province abruzzesi, tranne in quella di Teramo, dove le ore autorizzate di CIG sono lievemente aumentate.
In realtà, i dati sono fortemente sottostimati e condizionati dai mancati pagamenti degli ammortizzatori sociali.   Inoltre, per la prima volta dal dopoguerra, il Governo non sta facendo nulla per reperire le risorse necessarie.   Nell’ultimo anno sono invece aumentati i tempi di approvazione delle cig straordinarie e sono stati ribaltati i criteri di accesso alla cig e mobilità in deroga, limitando i periodi di concessione e negando la possibilità di proroga a migliaia di lavoratori abruzzesi.     Nella nostra Regione, ed in tutto il Paese, la cig e la mobilità in deroga non vengono più pagate dallo scorso mese di aprile.    Il ministro Poletti, sollecitato dai segretari regionali di Cgil, Cisl, Uil che lo hanno incontrato nella sua ultima visita a Pescara, non è stato in grado di   garantire nell’immediato lo sblocco dei fondi necessari.
Di fronte ad una situazione così drammatica per migliaia di famiglie abruzzesi la Cisl continuerà ad attivarsi ed a promuovere ogni iniziativa utile nei confronti delle istituzioni locali, della Regione, dei Parlamentari e del Governo nazionale per assicurare nel più breve tempo possibile l’individuazione e l’erogazione delle risorse necessarie per pagare gli ultimi 8 mesi del 2014 ed i primi 2 dell’anno in corso.
“Per dare un impulso forte alla occupazione non è sufficiente il solo jobs act senza una ripresa della domanda interna dei consumi e una politica di nuovi investimenti. L’Abruzzo continua ad essere in ritardo, - denuncia Maurizio Spina”.
Infatti in questi giorni Bruxelles ha dato il via libera ai primi 11 Por Fesr italiani (programmi regionali) della~programmazione 2014-2020, relativi alle cosiddette Regioni obiettivo "Competitività" e al Pon "Cultura e Sviluppo" che interessa le cinque regioni del Sud Italia.~ La Commissione europea  ha adottato i Piani regionali per un valore totale di oltre 5,5 miliardi, di cui 2,75 stanziati dall'Ue e l'altra metà derivante dal cofinanziamento nazionale.
“Per l'approvazione degli altri programmi, anche in Abruzzo, bisognerà attendere gli inizi di maggio. Alcuni di essi, infatti, hanno avuto un iter più travagliato. L’Abruzzo, insieme ad altre regioni meridionali, ha ricevuto circa 192 osservazioni sui programmi presentati. Tutti aspetti che come Organizzazioni Sindacali abbiamo sollevato più volte alla Regione. Le risorse europee rappresentano la parte più rilevante, se non esclusiva, per favorire, e garantire la crescita economica, e l’Abruzzo non può perdere questo treno ad alta velocità per uscire dalla crisi. La struttura  regionale va assolutamente riformata e adeguata alle sfide in atto" conclude Spina.

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