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Febbo: "Il Ciapi deve essere riformato, bisogna salvare i posti di lavoro"

Sono 18 i dipendenti senza stipendio da luglio. Secondo l'assessore la Regione non deve un milione di euro all'ente di formazione, come sostenuto dal sindacato Confsal, perché ha messo a disposizione un immobile di valore superiore

“La situazione del Ciapi è all’attenzione di tutta la Giunta regionale e in particolare del sottoscritto”. Lo assicura Mauro Febbo, assessore regionale all’Agricoltura. “Stiamo lavorando – prosegue – e assicuro il massimo impegno da parte di tutti: la priorità è salvaguardare i posti di lavoro”. Sono 18 i lavoratori del Ciapi in distacco alla Regione senza stipendio da luglio. Pochi giorni fa l’assessore alle Attività produttive, Paolo Gatti, aveva intimato al Ciapi di pagare gli stipendi, perché messo in condizione di farlo dalla Regione.

Ma il sindacato Confsal aveva replicato che la Regione deve all’ente di formazione più di un milione di euro. Somma che secondo Febbo non è dovuta, perché la Regione ha messo a disposizione un immobile che vale più della cifra che avrebbe dovuto sborsare. Secondo lui "rappresenta una consistente e indispensabile risorsa per l'ente di formazione a cui spetta ora il compito di trovare una soluzione per pagare gli stipendi". L’udienza di fronte al giudice del lavoro ci sarà il prossimo 26 gennaio, ma l’auspicio di tutti è che entro quella data si riesca a trovare un accordo tra le parti.

Secondo Mauro Febbo la Regione avrebbe fatto molto per sanare la situazione finanziaria del Ciapi. Si riferisce in particolare “ai finanziamenti per l’apprendistato, che avrebbero potuto essere destinati al mercato, i quali hanno ricevuto l’autorizzazione della commissione 'tripartita' e sottoscritta da tutte le organizzazioni sindacali”. 

“L’emendamento alla Finanziaria regionale – prosegue Febbo – promosso da me e dall’assessore Gatti, darà la possibilità al Ciapi di una riorganizzazione che punti ad un’attività formativa di alto profilo. Solo così tornerà ad essere un centro di eccellenza in grado di creare professionalità sempre più specializzate per poter rispondere alle nuove esigenze del mondo del lavoro”.

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