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Arrivano le lettere di licenziamento ai dipendenti del Ciapi: "La Regione ha scritto la parola fine"

La consigliera comunale De Gregorio: "Sono andate in fumo tutte le ipotesi per riassorbire le esigue unità di personale rimaste, mettendole in carico ad altri Enti". Pettinari (M5s): "Qualcuno deve delle spiegazioni a questi lavoratori"

Sono arrivate le lettere di licenziamento ai dipendenti del Ciapi, nel silenzio della Regione Abruzzo. L'accusa arriva dalla consigliera comunale di Chieti Giulia De Gregorio.

“Avevamo avuto .-ricorda - insieme allo staff dell’ente di formazione teatino, confronti con i vertici amministrativi del Consiglio regionale, che aveva anche formulato delle ipotesi per riassorbire le esigue unità di personale rimaste, mettendole in carico ad altri Enti, quindi dando continuità anche alle competenze che questi avevano. In questo modo si sarebbe scritta una fine diversa da quella del licenziamento, rispetto a una vicenda di cui la Regione Abruzzo in questi due anni non si è occupata, nonostante sia venuta incontro ai problemi di altri enti di formazioni, presi in carico e risolti con provvedimenti legislativi, stanziamenti e dovuta attenzione. Una situazione di cui i dipendenti non hanno colpa, visto che l’Ente è finito in liquidazione per debiti che non derivano di certo dal lavoro delle unità in organico e su cui ci forse ci sono responsabilità che dovrebbero essere accertate".

Per i lavoratori non sono arrivate né cassa integrazione né una possibilità di reinserimento in seno alla Fira, come era stato proposto "con la possibilità di una soluzione proveniente da un disegno di legge regionale giacente in Consiglio, che avrebbe potuto rendere praticabile la ricollocazione del personale o il riconoscimento di un indennizzo. Tutti a casa per uno sciogliete le righe che però - dice De Gregorio - non cancella le rivendicazioni che il personale sta portando avanti nei confronti dell’Ente per farsi pagare le spettanze, arrivando persino al pignoramento delle spettanze, per inadempimento da parte della Regione. Una delusione annunciata, l’ennesima relativa al Ciapi, con cui si chiude una pagina fra le più brutte della storia della formazione regionale”.

Anche il vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari che si dice indignato: "Si consuma una grande ingiustizia verso questi dipendenti che da anni hanno dovuto lottare per vedere riconosciuto il loro diritto al lavoro.  Ho personalmente chiesto in ogni sede possibile di riconvertire e valorizzare l’ente o quanto meno, prima di decretarne la fine, ricollocare i lavoratori. È una pratica effettuata per ogni società partecipata di Regione Abruzzo, non si capisce perché, invece, quelli del Ciapi siano stati trattati come 'figli di un Dio minore'. Li hanno presi in giro, come hanno preso in giro me, tutte le volte che mi hanno dato rassicurazioni che si sono dimostrate parole al vento.. Qualcuno deve delle spiegazioni a questi lavoratori e io sarò al loro fianco domani davanti alla Regione Abruzzo a chiederle”.

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