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Economia Pretoro

Lazzaroni scongiura per ora il trasferimento nel teramano e si impegna a restare in provincia di Chieti

Nel corso di un incontro convocato dalla Regione, l'azienda ha accettato le condizioni dei lavoratori, a condizione che sia una soluzione a costo zero e che assicuri l'inizio dell'attività produttiva entro il 9 gennaio prossimo

Lo sciopero dei lavoratori dell'azienda Lazzaroni di Pretoro, che hanno incrociato le braccia per protestare contro il paventato trasferimento nel teramano, a Isola del Gran Sasso, ha dato i suoi primi frutti. Ieri c'è stata una riunione richiesta dal presidente vicario della giunta regionale, Giovanni Lolli, che ha convocato i vertici aziendali e i sindacati, alla presenza dei sindaci di Pretoro, Montenerodomo e Guardiagrele, località più interessate al trasferimento dei dipendenti.

Per evitare il trasferimento dei lavoratori dello stabilimento Lazzaroni di Pretoro a Isola del Gran Sasso, Regione Abruzzo e enti locali si sono impegnati a trovare nell'area del chietino il prima possibile un nuovo sito produttivo in grado di ospitare le linee di produzione, per scongiurare il trasferimento in un'altra provincia. L'obiettivo è mitigare quanto più possibile i disagi dei lavoratori dello stabilimento di Pretoro che dopo anni di attività saranno trasferiti a Isola del Gran Sasso.

Spiega Lolli:

Abbiamo chiamato azienda e sindacati per vedere se esistono margini per evitare il trasferimento in massa di lavoratori in un comune che dista dall'attuale sede di lavoro oltre 100 chilometri. Lazzaroni ha messo in moto un importante processo di crescita industriale, grazie anche al Contratto di sviluppo finanziato da Invitalia, ma l'azienda, indipendentemente dai contenuti del Contratto di sviluppo, ha deciso di spostare tutte le linee di produzione a Isola del Gran Sasso. Per decine di lavoratori si tratta di un vero e proprio stravolgimento delle attuali condizioni di vita ed è per questo che siamo qui per vedere se ci sono margini per ridurre al massimo i disagi.

Lazzaroni è costretta ad abbandonare lo storico sito produttivo di Pretoro a seguito della richiesta della società proprietaria di riconsegna dell'immobile, che ospita la produzione con circa 50 dipendenti, compresi i lavoratori stagionali.

Le ipotesi sulle quali si sta lavorando sono due: la prima riguarda l'individuazione di un nuovo sito produttivo nell'area del chietino, dopo che l'azienda ha dato la disponibilità ad accettare di rimanere nella zona a condizione che sia a costo zero e che si assicuri l'inizio dell'attività entro il 9 gennaio 2019; la seconda è la possibilità di trovare soluzioni condivise azienda-lavoratori su modi e costi, per dare modo ai lavoratori di Pretoro di raggiungere Isola del Gran Sasso.

Aggiunge Lolli: 

Da domani, chiederò ad Arap se nell'area del chietino c'è disponibilità di un sito produttivo in grado di essere operativo ad inizio del prossimo anno. Non sarà facile percorrere questa soluzione ma abbiamo il dovere di battere tutte le strade. In caso di esito negativo della ricerca, incontreremo di nuovo azienda e lavoratori per trovare un accordo di massima che mitighi gli effetti della mobilità per i lavoratori che attualmente operano a Pretoro.

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