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Lavoro e crisi di settore, l'invito della Cdlt Cgil alle istituzioni per il 2022: "Condivisione sulle criticità e sulle proposte"

Il segretario Spina evidenzia che "il pil regionale per il 54% deriva dalla provincia di Chieti, dunque non sarà secondario decidere come e in che modo intervenire sulle criticità che si stanno avvertendo su settori strategici come l’automotive e il suo indotto"

"L’anno che si apre è pieno di nubi per il futuro e non solo sul versante del contrasto al Covid-19". È il bilancio del segretario generale Cdlt Cgil Chieti Francesco Spina, all'avvio del 2022.

"In ballo - dice - c’è la capacità di risposta del nostro territorio abruzzese ed in particolare quello Teatino alle grandi incognite che si sono aperte sul versante lavoro. Se è vero che il pil regionale per il 54% deriva da questa provincia, non sarà secondario decidere come e in che modo intervenire sulle criticità che si stanno avvertendo su settori strategici come l’automotive e il suo indotto". 

Come sottolinea Spina, "i dati Istat evidenziano una ripresa e una crescita di alcuni settori tra cui l’edilizia e il terziario e nel contempo evidenziano le pesanti frenate proprio in settori ad oggi fondamentali per lo sviluppo dell’intero territorio. Stando ai dati, nell’ultimo trimestre censito, la perdita secca di export proprio dell’intero settore automotive è pari a un -11%, in evidente controtendenza rispetto al dato nazionale. Pur consapevoli che la crisi europea derivante dalla mancanza dei semiconduttori e da altre materie prime abbia avuto un impatto concreto, l’assenza di piani industriali chiari e di esplicite volontà nel continuare ad investire sul territorio abruzzese, rappresentano la vera preoccupazione per migliaia di lavoratori"

"Ogni giorno - incalza il segretario generale Cdlt Cgil Chieti - assistiamo ad annunci in tutt’Italia di continue chiusure, delocalizzazioni, riduzione di personale e di nuovi investimenti in altri stabilimenti già funzionanti o prossimi all’apertura nella stessa Unione Europea dove sono consentiti aiuti di Stato e politiche fiscali più favorevoli. Far finta che tutto questo non riguardi le nostre attività produttive sarebbe un errore strategico. Siamo convinti che occorra creare le sinergie giuste tra tutti gli attori del territorio per riprendere con urgenza una discussione sulle prospettive di mantenimento e rilancio produttivo".

Da qui, l'invito alle istituzioni e a tutti i rappresentanti a ogni livello a "comprendere come e in che modo, le risorse del Pnrr, e non solo, possano diventare utili per innovare e investire in nuove tecnologie, nuovi prodotti, nuova formazione, nuovi impianti e produzioni di alta qualità e a maggior valore aggiunto. Riteniamo infine che occorra una condivisione dal basso, dal territorio di una idea di proposta capace di sfidare le criticità offrendo progettualità concreta. Questo è anche il ruolo delle istituzioni a cui ci rivolgiamo. Assistere al lento declino economico e sociale dei propri comuni e della provincia nella sua interezza, già colpiti sia dalla riduzione del reddito procapite per effetto delle crisi aziendali di più settori, sia dal ricorso agli ammortizzatori sociali e, da ultimo dalla pandemia, non può essere una strategia da perseguire".

"A tal proposito - conclude Spina - fermo restando il tavolo regionale sull’automotive, è utile che anche a livello Provinciale, con il coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali e sociali, si dia avvio a una condivisione sulle criticità e sulle proposte di cui ciascuno è portatore".

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