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Economia

Istituzione Parco della Costa Teatina, i dubbi della Coldiretti

Per la Federazione provinciale il rischio è che il parco diventi premessa di tanti vincoli e di scarse opportunità in un territorio che rappresenta oltre il 25% dell’agricoltura provinciale incidendo sia in termini occupazionali che di produzione

"Il rischio è triplice: l’arresto dello sviluppo del territorio, l’ingessamento delle attività economiche e il danno materiale alle imprese, non solo agricole. L’istituzione di un parco non è mai un procedimento semplice, ma in questo senso è fin troppo complesso e azzardato perché riguarda aree fortemente antropizzate e già sottoposte a vincoli di diversa natura”. A dirlo è il presidente di Coldiretti Chieti Sandro Polidoro, in riferimento alla querelle sull’istituzione del Parco della Costa Teatina che ha suscitato diverse perplessità nel mondo agricolo. La federazione provinciale, evidenziando la non contrarietà alle aree protette ove necessarie, ribadisce tuttavia con fermezza la propria perplessità su un parco che "rischia di diventare premessa di tanti vincoli ma di scarse opportunità in un territorio che rappresenta oltre il 25% dell’agricoltura provinciale incidendo sia in termini occupazionali, che di Plv con la presenza di migliaia di ettari di coltivazioni intensive di qualità che hanno nel tempo modellato e caratterizzato questo territorio".

Per il Presidente Polidoro “l’istituzione di un’area protetta, i cui vantaggi vanno comunque dimostrati, in questo specifico caso andrà di fatto a ledere in maniera determinante lo sviluppo di una zona in cui sono tradizionalmente presenti imprese e attività economiche, in cui i nuovi vincoli potrebbero essere fortemente dannosi per nuovi investimenti aziendali, economici e strutturali. E come se non bastasse, a questo si aggiunge l’altissima eventualità che l’area, una volta istituita, diventi di fatto un incubatrice di fauna selvatica dannosa per l’agricoltura”.

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