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Economia

I sindacati: "Carichieti non punta sullo sviluppo locale"

Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Ugl, Uilca: "Merita di essere rinnovata per tutelare i lavoratori"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

I costi della politica hanno finora risparmiato le Fondazioni di origine bancaria che comunque dovrebbero avere un ruolo importante sul territorio,anche previsto dalle prerogative di legge. In Italia le Fondazioni di origine bancarie destinano ingenti risorse per lo sviluppo locale,soprattutto in una fase di decrescita del Pil. Notiamo, in Abruzzo, che le Fondazioni hanno concentrato il loro patrimonio nelle banche locali. Purtroppo alcune di esse, hanno avuto minori introiti dovuti alla diminuzione degli utili della banca di riferimento, non solo legati alla crisi economica e finanziaria in atto, ma anche ad una cattiva gestione degli Istituti di credito.

In particolar modo ci vorremmo soffermare sulla Fondazione Carichieti, poiché è tra quelle che non ha inserito nel proprio Statuto erogazioni a favore di progetti per lo sviluppo locale. Da una comparazione macroscopica dei vari bilanci pubblicati delle quattro fondazioni abruzzesi solo la Fondazione Carichieti non destina nulla allo sviluppo locale. Anche lo Statuto della stessa Fondazione, benché autorizzato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, evidenzia un organo come quello del Presidente eletto in maniera differente da molte delle altre fondazioni italiane di origine bancaria. Anche per questo ci sono elementi sui quali riflettere pubblicamente.

La Fondazione Carichieti è stata molto attenta all'imponente ristrutturazione di Palazzo de' Mayo e all'acquisto di innumerevoli quadri "d'autore," ma probabilmente ha trascurato quanto accadeva nell'antica Cassa di Risparmio Teatina. Com'è noto, la Fondazione è proprietaria dell'80% della CariChieti SpA e non ha, a nostro avviso, preso in considerazione per lungo tempo talune vicende e, quindi, non ha contribuito a quelle scelte di cambiamento che avrebbero giovato all'immagine della Banca sul territorio di riferimento.

Gli errori gestionali commessi dal management, di ieri e di oggi, a danno dell'Azienda Bancaria (basta ricordare l'affare MERKER e l'avventura FlashBANK) sono fatti ormai chiari e rilevabili dalle ispezioni Banca d'Italia e dalle relative sanzioni (anni 2004, 2010 e 2011).

Non tenere conto di quanto avvenuto e sanzionato, come anche lasciare che la CARICHIETI continui a non essere adeguatamente governata e controllata in particolar modo per la gestione del credito, del personale e delle relative assunzioni non depone favorevolmente su chi ha in mano le sorti di una banca che da 150 anni è patrimonio del territorio.

Nell'anniversario dei suoi 150 anni la Carichieti merita di essere rinnovata. I nostri sindacati non accetteranno mai degli Istituti di credito che potrebbero essere utilizzati per fini di clientela politica o ancor peggio, considerati alla stregua di un bene personale. Le lavoratrici, i lavoratori, lo sviluppo del territorio devono essere l'unico punto di riferimento.

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