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Economia

Precari, la Cgil: "20.293 giovani senza lavoro e fuori dal mercato"

E' il dato provinciale diffuso ieri dall'ufficio politiche giovanili della Cgil Chieti. Il 7,83% dei giovani dai 15 ai 30 anni è escluso o penalizzato dal mondo del lavoro

Nella giornata nazionale contro la precarietà la Cgil locale ha scelto di non scendere in piazza. Questo per restare in linea con quanto probabilmente farebbero quei 20.293 disoccupati dai 15 ai 30 anni che vivono in provincia di Chieti: persone iscritte agli uffici di collocamento, che non hanno lavorato per più di otto mesi di seguito o che, nonostante abbiano un lavoro, non superano gli 8000 euro di reddito annuo e proprio per questo sono i più vulnerabili qualora dovessero scegliere di scioperare. Ammesso che abbiano la possibilità di scegliere. Pensiamo ad esempio ai tantissimi call center in provincia di Chieti, nuovi templi del precariato, nei quali gli ‘under 55’ vengono pagati a ora e dove anche un giorno di assenza per malattia può gravare pericolosamente sulle tasche a fine mese.

I dati presentati ieri mattina in conferenza stampa dal segretario generale della Cgil, Germano Di Laudo, sono chiari: su 259.266 abitanti in età lavorativa provincia di Chieti, 20.293 giovani tra i 15 e i 30 anni (nello specifico: 8857 tra i 15 e i 24 anni  e 11.436 tra i 25 e i 30) non hanno un lavoro. La disoccupazione giovanile a Chieti, Lanciano e Vasto è al 7,83%: la percentuale più alta mai registrata negli ultimi 7 anni, incrementata dello 0,4% rispetto al 2011 a causa soprattutto della crisi delle industrie in Val di Sangro, nel Vastese e allo Scalo.

“Un dato che potrebbe consolarci rispetto a quelli Istat, che attestano la disoccupazione giovanile al 35,2% ma in realtà non è così - spiega Di Laudo – la nostra provincia ha sicuramente un tasso minore rispetto alle altre tre in Abruzzo ma solo perché è molto grande. Tra l’altro il dato è epurato dai lavoratori stagionali e da quella miriade di ragazzi tra i 25 e i 35 anni che, uscita fuori dal circolo produttivo, non vi fa più rientro e non è iscritta alle liste di collocamento”.

Drammatiche anche le condizioni di tanti entrati di recente nel mondo del lavoro e già costretti a fare i conti con la cig, passando mesi senza ricevere compensi. Sempre in base ai dati diffusi dalla Camera del Lavoro, si evince che la provincia di Chieti, da gennaio a marzo 2012, ha usufruito del 40% della cassa integrazione guadagni.

Tornando ai contratti atipici, sono ben 46 le tipologie riconosciute dal governo Monti. Il responsabile politiche giovanili Cgil, Angelo Baron, ha illustrato le iniziative del sindacato contro i più noti  co.co.pro. e co.co.co che vengono proposti sia al muratore che al giornalista, e che di fatto frammentano qualsiasi prospettiva futura ai lavoratori. “In Abruzzo siamo riusciti a ottenere un regolamento migliorativo col quale si cerca di premiare il datore di lavoro che assume un tirocinante, altra forma ‘lavorativa’ da abolire”.

Non bisogna dimenticare infatti, che il dramma del lavoro precario riguarda sia il lavoratore che il datore, come purtroppo insegna la cronaca nera negli ultimi mesi. “Con l’Associazione Industriali – prosegue Baron – abbiamo istituito un tavolo di discussione cercando di mettere al centro la comunione dei problemi”. Proprio per stimolare un maggiore confronto e l’attenzione degli enti “che purtroppo non danno segnali, alias finanziamenti”, il sindacato ha in mente delle iniziative specifiche per sostenere i giovani nella lotta al precariato, che si terranno entro il mese nelle maggiori città della provincia. “Saranno momenti diversi rispetto alle più tradizionali forme di sciopero e di rivendicazione – anticipa Baron – nei quali stimoleremo il confronto tra i giovani precari e i garantiti delle fabbriche, ad esempio, dando un’immagine innovativa della Cgil per avvicinare e aiutare coloro che sono i più penalizzati, ovvero sempre loro, i giovani”.

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