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Crisi: scende il numero delle imprese, Rete Imprese chiede rilancio economia

Nella giornata di mobilitazione le associazioni di categoria firmano un documento unitario con le direttive per far ripartire le piccole imprese. 379 hanno chiuso in un anno in provincia di Chieti e l'Abruzzo è fanalino di coda

In provincia di Chieti nel 2012 è calato il numero delle imprese attive, 47.157, rispetto all’anno precedente, quando erano 47.526, 379 in più. Per questo le associazioni di categoria chiedono alla politica, alle istituzioni e alle forze sociali iniziative concrete per “invertire la rotta” e far ripartire l’economia dalle imprese e dal lavoro. Se n’è discusso ieri (lunedì 28 gennaio) alla Camera di commercio nella giornata di mobilitazione delle imprese organizzata da Confartigianato, Cna, Confesercenti, Casartigiani in occasione della manifestazione nazionale promossa da Rete Imprese Italia. Per quel che riguarda le piccole imprese, l’Abruzzo occupa i gradini più bassi della graduatoria nazionale, in alcuni casi del Mezzogiorno.

Secondo coloro che vivono ogni giorno la recessione delle piccole e medie imprese in Abruzzo, la prossima legislatura dovrà intraprendere una strada efficace per riuscire a far risalire la china ai piccoli imprenditori e a dare nuova benzina all’economia. Le associazioni di categoria hanno sottoscritto un documento unitario per il rilancio.

Per far questo il prossimo governo dovrà occuparsi di ridurre la pressione fiscale, cominciando dall’evitare l’aumento dell’Iva da luglio prossimo, e proseguendo nel rivedere i criteri di tassazione delle imprese. Dall’abolizione dell’Imu per gli immobili strumentali all’attività d’impresa alla riduzione dell’Irap.

In secondo luogo, si dovrà dare nuovo credito alle imprese, che hanno sempre più difficoltà ad accedere ai fondi. In Abruzzo i fondi Fas e quelli comunitari sono gli unici attualmente a disposizione delle imprese: “appare prioritaria – dicono le associazioni di categoria – la destinazione di 24 milioni di euro a favore dei confidi”.

La ricetta per la ripresa dell’economia, stando a quanto emerso dalla giornata di mobilitazione delle imprese, passa anche per la semplificazione normativa e lo snellimento burocratico. Serve una serie di iniziative che riescano a rendere l’ambiente favorevole alle imprese, per tecnologia, servizi, comunicazione, controllo e giustizia.

In più, imprese e mercato del lavoro dovrebbero adattarsi l’uno con le altre, permettendo l’uso di tutte le forme contrattuali, rivedendo la lotta al lavoro nero e intervenendo sul cuneo fiscale e retributivo.

Infine le associazioni chiedono infrastrutture migliori ed energia per rendere le imprese competitive. In particolare il collegamento del piano nazionale delle infrastrutture con la pianificazione infrastrutturale europea e una particolare attenzione alle green and white economy.

Solidarietà alle imprese è arrivata dal presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio, che appoggia l’appello delle associazioni di categoria. “Nell’agenda del prossimo Governo – dice - dovranno essere prioritari la riduzione della pressione fiscale e l’accesso al credito che le imprese chiedono a gran voce, la semplificazione delle norme per favorire nuove assunzioni e produttività, ma anche gli investimenti sulle infrastrutture che possono garantire competitività alle imprese stesse ma anche ai territori in termini di attrattività di nuovi insediamenti industriali”.

PICCOLE IMPRESE NEL CHIETINO

Il pil, diminuito fra il 2008 e il 2011 di quasi 2 punti (1,7) è precipitato nel 2012 a – 4,1. I consumi, scesi dello 0,3 % fino al 2011, hanno registrato un calo del 5,4 % nell’anno appena passato.

Nel 2011 le piccole imprese della provincia davano lavoro a 146 mila persone. Il tasso di attività dei giovani fra i 15 e i 24 anni era del 27,1 %, gli occupati erano il 21,9 %, i disoccupati il 19,3 %.

Nello stesso anno le imprese hanno ricevuto quasi 4.498 milioni di finanziamenti, lo 0,5 % del totale nazionale, uno stock diminuito dello 0,5 % da giugno 2011 a febbraio dell’anno successivo. Le imprese con meno di 20 addetti hanno ottenuto dalle banche  991,4 milioni di finanziamenti, il 22 % dei quali a favore del settore produttivo. Cifre calate dello 0,7 % da giugno 2011 a febbraio 2012.

Per quanto riguarda i tributi, l’aliquota dell’Irap regionale è del 4,72 %, contro la media nazionale del 4,13 %. L’addizionale regionale Irpef è dell’1,39 %, più alto della media nazionale che è ferma all’1,21 %. L’aliquota media provinciale dell’addizionale comunale Irpef si attesta sullo 0,55 %. 

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