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Economia

Formaggio senza latte, la protesta degli allevatori abruzzesi

Un centinaio gli allevatori abruzzesi partiti per manifestare in piazza Montecitorio a Roma a difesa del Made in Italy e impedire il via libera in Italia al formaggio e allo yogurt senza latte, imposto dall'Unione Europea

Anche gli allevatori abruzzesi protestano per impedire il via libera in Italia al formaggio e allo yogurt senza latte, imposto dall’Unione Europea. In cento circa sono partiti questa mattina per manifestare in piazza Montecitorio a Roma a difesa del Made in Italy assieme al direttore regionale di Coldiretti Abruzzo Alberto Bertinelli, ai direttori provinciali Massimiliano Volpone e Gabriel Battistelli e al presidente dell’Associazione produttori zootecnici David Falcinelli. Tutti preoccupati per il futuro del pecorino e della vera scamorza abruzzese, frutto di oltre 300mila pecore e 11mila bovine che pascolano in Abruzzo.  

Davanti a Montecitorio i maestri casari provenienti da tutta Italia hanno acceso la caldaia per mostrare a cittadini e parlamentari come si produce il vero formaggio Made in Italy, sfidando l’imposizione di Bruxelles. Intorno a loro amministratori, cittadini e allevatori con striscioni sui quali si legge “Oggi mandano in polvere il latte, domani il Paese”, “No a formaggi e yogurt senza latte, difendiamo il Made in Italy” e “Mamme, attente alle schifezze”.

A ricordare qual è la posta in gioco, la Coldiretti ha allestito per l’occasione una maxi esposizione delle eccellenze lattiero-casearie italiane, con i prodotti più noti, e curiosi, ma ci sono anche sacchi interi di polvere di latte che rischiano di contaminare queste specialità. Gli allevatori della Coldiretti hanno anche portato in piazza i principali trucchi che mettono a rischio il loro lavoro e la qualità dei prodotti acquistati dai consumatori, dalla stessa polvere di latte, che l’Italia ha vietato oltre quarant’anni fa e che Ue e industriali vorrebbero riportare sulle nostre tavole, alle cagliate, importate per fare finte mozzarelle Made in Italy, fino alle caseine e agli altri semilavorati industriali provenienti dall’estero che entrano in Italia per preparare formaggi poi rivenduti come tricolori.

“Gli allevatori abruzzesi dicono no alla possibilità di utilizzare latte in polvere nella produzione dei formaggi – commenta Alberto Bertinelli, direttore di Coldiretti Abruzzo – coloro che chiedono all’Europa di produrre pecorino con la polvere sono gli stessi che sottopagano gli allevatori che conferiscono la materia prima. Siamo di fronte ad una manovra che penalizza allevatori, consumatori e made in Italy agroalimentre”. 

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