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Economia

Export, il 2021 si chiude con un segno positivo per i distretti manifatturieri abruzzesi

L'analisi della Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo segna anche un nuovo massimo storico per i vini di Montepulciano d’Abruzzo

Il 2021 in Abruzzo si è chiuso positivamente per le esportazioni dei distretti manifatturieri che hanno raggiunto quota 551 milioni di euro, circa 14 milioni in più rispetto al 2020 (+ 2,6% tendenziale). Una crescita che, tuttavia, non è sufficiente per recuperare i livelli pre-pandemia, nei confronti dei quali resta ancora un gap da colmare di circa 19 milioni di euro (-3,3%).

I dati emergono dall’analisi della Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo. Il maggior contributo alla crescita proviene dai due distretti agro-alimentari. È infatti il distretto dei vini del Montepulciano d'Abruzzo a segnare un nuovo massimo storico, con 196 milioni di euro, 16 in più rispetto al 2020 (+9%). Il distretto recupera in pieno il lieve arretramento del 2020 posizionandosi su livelli superiori di circa 14,5 milioni rispetto al pre-pandemia. Tutte le principali destinazioni sono in progresso, in primis Germania (+5% tendenziale, +2% rispetto al 2019), Stati Uniti (rispettivamente +13% e +22%) e Svizzera (+14% e +39%).

Mentre il distretto della Pasta di Fara, che chiude con flussi quasi invariati (-0,1%), conferma i livelli record raggiunti nel 2020 con 165 milioni di valori esportati (+14% rispetto al pre-pandemia). Si registra un arretramento delle vendite verso gli Stati Uniti (-31%) dopo la forte crescita del 2020 (+33%), mercato che si conferma comunque prima destinazione per l’export del distretto. In crescita i flussi verso la Germania (+39%) che raddoppia rispetto al livello pre-crisi.

Il settore che resta in sofferenza è quello del mobilio in Abruzzo (-6,1%) anche nel confronto con la dinamica degli altri distretti del mobile italiani che registrano invece un marcato recupero nel 2021; mentre c'è un parziale recupero per i due distretti dell’abbigliamento: per quello a sud abruzzese, la crescita tendenziale del 4,5% posiziona il distretto su livelli di export di 25 milioni di euro, 17 in meno rispetto al 2019, per il distretto dell’abbigliamento nord abruzzese il gap rispetto al 2019 è di circa 24 milioni nonostante il recupero del 7% nel 2021.

“I dati dell’export distrettuale descrivono un sistema economico in ripresa. Tanto più in questo frangente storico siamo fortemente impegnati nel sostenere gli investimenti delle imprese, soprattutto in innovazione tecnologica, digitalizzazione, transizione green e valorizzazione delle filiere. Ovvero quei driver fondamentali per la crescita, in coerenza con il Pnrr, che sono non a caso al centro dell’accordo sottoscritto da Intesa Sanpaolo con Confindustria che, nell’ambito di un plafond nazionale, mette a disposizione delle imprese abruzzesi un plafond di 2,6 miliardi di euro – sottolinea Roberto Gabrielli, direttore regionale Lazio e Abruzzo di Intesa Sanpaolo -. Inoltre, consapevoli che ora molte imprese affrontano esigenze di liquidità e moratoria legate all’aumento delle voci di spesa, abbiamo messo a disposizione nuove misure finanziarie per supportare le PMI energivore e quelle il cui fatturato potrebbe risentire maggiormente del calo delle esportazioni, specie verso Russia e Ucraina”.

Decisamente contenuta l’esposizione dei distretti abruzzesi verso Russia e Ucraina: flussi inferiori al milione di euro (0,6% sul totale esportazioni del distretto) per i Vini di Montepulciano e per circa 3,4 milioni (e solo verso Russia,) per la Pasta di Fara (il 2,1% del totale del distretto).

Per il Mobilio abruzzese, le vendite verso il mercato russo sono pari a circa 5 milioni di euro, il 4,4% del totale le esportazioni, mentre sono sotto il milione di euro (0,6% del totale) in Ucraina.

Discreta ma sempre su importi molto contenuti l’esposizione dei distretti dell’abbigliamento verso la Russia: per il distretto teramano, circa 2 milioni di euro (il 4% del totale), per l’abbigliamento sud abruzzese invece il mercato russo rappresenta la prima destinazione commerciale con 4 milioni di euro di esportazioni (il 7% del totale). I flussi verso l’Ucraina hanno invece un’incidenza inferiore all’1% per entrambi i distretti.

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