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Economia

Emergenza Coronavirus, Fiom Cgil Chieti: “Errore anticipare ripartenza aziende”

Il sindacato dei metalmeccanici è contrario non condivide la decisione di aver "anticipato la ripartenza in molte aziende abruzzesi"

La Fiom Cgil Chieti non è favorevole alla ripartenza delle aziende abruzzesi. Una ripartenza secondo la Fiom Chieti "chiesta a gran voce da molte regioni italiane, che secondo noi, non hanno ben chiaro cosa sta accadendo nel mercato mondiale. Oggi assistiamo ad un forte calo dei consumi globali e paradossalmente molte aziende che hanno fatto di tutto per rimanere aperte stanno chiedendo di aprire gli ammortizzatori sociali".

La speranza del sindacato dei metalmeccanici è che la Regione Abruzzo, che ha dato parere favorevole alla riapertura anticipata, abbia fatto tutte le valutazioni rispetto all’andamento dell’epidemia nei nostri territori, così come speriamo che il Governo, attraverso i propri Ministeri abbia valutato attentamente la situazione epidemiologica dell’Abruzzo, visto che hanno inviato una lettera al Ministero degli Interni solo il 26 aprile per consentire le riaperture di alcune attività il giorno dopo".

In maggiori problemi per il sindacato riguardano trasporto pubblico. "Non esiste una omogeneità di comportamenti tra le aziende di trasporto a causa di non chiare ordinanze da parte delle Regioni. Inoltre, come da noi richiesto è mancato un coordinamento tra la regione Abruzzo e la regione Molise proprio sui trasporti lasciando il libero arbitrio alle aziende. Non è stato previsto in modo uniforme qual è il numero dei posti effettivamente occupabili per tipologia di autobus, non tutte le aziende di trasporto espongono cartelli elencanti le norme di sicurezza da attuare. In una situazione emergenziale tutto dovrebbe essere disposto attraverso un protocollo preciso senza possibilità di interpretazioni".

Uno dei problemi che si sta presentando è quello "dei lavoratori cosidetti 'fragili', molte aziende stanno chiedendo che questi lavoratori debbano farsi fare un certificato dal proprio medico curante attestante l’idoneità al lavoro. Non crediamo che sia competenza del medico di famiglia attestare l’idoneità di un proprio paziente rispetto ad un’attività lavorativa che non può conoscere. Infine, rispetto al meccanismo delle malattie, della cassa integrazione, dei congedi parentali e della legge 104, rimane ancora aperta la discussione visto che ad oggi, da parte del Governo, non sono uscite norme che prorogano oltre il 30 aprile 2020 i provvedimenti in essere".

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