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Economia Lanciano

Discriminazione sul lavoro: due donne licenziate alla Faist Sangro

Una donna invalida licenziata e un'altra indotta alle dimissioni alla Faist di lanciano, azienda del settore automotive. Lo riferisce il segretario provinciale della Fiom Davide Labbrozzi

Entrambe silurate, entrambe scacciate dal mondo del lavoro. E’ quanto accaduto a due donne della Faist Sangro, azienda lancianese del settore automotive.
La vicenda la racconta il segretario provinciale della Fiom Davide Labbrozzi: “La Faist ha calato la mannaia su due ormai ex dipendenti - spiega - licenziandone una ed inducendo l'altra alle dimissioni. Parliamo di due lavoratrici che nulla hanno potuto contro la crudeltà dell’azienda, due donne colpevoli solamente di essere gravemente ammalate, una invalida e madre di due figli, l'altra nigeriana ed anch'essa madre, in questo caso di tre bimbi”.

Provando a ricostruire i fatti, nel primo caso la lavoratrice, invalida, categoria protetta, reduce da due interventi delicati, aveva superato di qualche settimana il periodo di comporto che il Contratto Nazionale prevede in materia di malattia; nel secondo invece, si tratta di una nigeriana affetta da una grave patologia operabile soltanto in America. “Nel primo caso a nulla è valsa la disponibilità della lavoratrice che sarebbe rientrata in azienda non ancora guarita: l'azienda ha salutato la sua ormai ex dipendente con una fredda lettera di licenziamento; quanto alla donna nigeriana,  la direzione aziendale ha negato due mesi di aspettativa che indirettamente hanno costretto la lavoratrice alle dimissioni” riferisce ancora Labbrozzi.

E commenta: “Ancora una volta il mondo del lavoro dimostra di avere dei seri problemi con le donne madri, con coloro che soffrono di problemi invalidanti e con chi non detiene il passaporto italiano. Per l'ennesima volta il nostro sistema Paese mostra tutta la sua ipocrisia, piangiamo gli stranieri che affogano e poi li prendiamo a calci quando arrivano vivi, elaboriamo i migliori studi per evidenziare l'emarginazione della donna e poi nulla facciamo per proteggerla, parliamo del diritto sacrosanto ad occupare persone portatrici di un handicap e poi le cancelliamo dal mondo del lavoro come fossero piccoli oggetti usa e getta.

Nelle prossime ore chiederemo alla Honeywell, azienda committente della Faist, di togliere la commessa a quella che nei fatti è una bottega della discriminazione”.

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