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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

La Regione attiva le procedure per il ristoro dei danni da gelata

Le organizzazioni professionali agricole, diversi sindaci e il Ppresidente della Commissione Agricoltura hanno segnalato la situazione di criticità alle colture dovuta all'abbassamento repentino ed inaspettato delle temperature

Le gelate tardive dei giorni scorsi, e in alcune zone la grandine, hanno danneggiato soprattutto vigneti e frutteti. Le organizzazioni professionali agricole, diversi sindaci e il Presidente della Commissione Agricoltura della Regione Abruzzo, Lorenzo Berardinetti, hanno segnalato la situazione di criticità alle colture dovuta all’abbassamento repentino ed inaspettato delle temperature ed ora si stanno attivando le procedure per il ristoro.

“Sono molto vicino agli agricoltori che si trovano a fronteggiare l’ennesimo problema di questo sfortunato 2017 - ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura della Regione Abruzzo Dino Pepe - Dopo le eccezionali nevicate di gennaio, i conseguenti problemi di dissesto idrogeologico, corrono ora il rischio di perdere le colture a causa di questo ennesimo problema. Ho già provveduto ad attivare i miei uffici per la verifica di eventuali danni che possano rientrare in quanto previsto dal decreto legislativo 102/2004, unico strumento normativo a disposizione per il risarcimento di alcuni danni da calamità naturali”.

Il decreto prevede interventi compensativi, esclusivamente nel caso di danni a produzioni e strutture non inserite nel piano assicurativo annuale, finalizzati alla ripresa economica e produttiva delle imprese agricole che hanno subito danni da calamità naturali nonché le avverse condizioni atmosferiche. Il decreto prevede inoltre misure volte ad incentivare la stipula di contratti assicurativi contro i danni della produzione e delle strutture. Le aziende che ne fanno richiesta devono ricadere all’interno dei territori delimitati ed avere subito, a causa delle avversità dichiarate eccezionali, un danno sulla produzione lorda vendibile non inferiore al 20% se ubicate in zone svantaggiate e non inferiore al 30% se ubicate nelle altre zone. 

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