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Al museo universitario i medici della provincia si riuniscono per parlare di "Approccio multidisciplinare al trattamento dell'obesità"

"L’obesità - si legge in una nota dell'ordine dei medici teatini - incide profondamente sullo stato di salute poiché si accompagna a importanti malattie quali il diabete mellito di tipo 2, l’ipertensione arteriosa, la cardiopatia ischemica e altre condizioni morbose"

Sabato 27 maggio, al museo universitario di Chieti, c'è il convegno "Approccio multidisciplinare al trattamento dell'obesità", organizzato dall'ordine provinciale del medici chirurghi e degli odontoiatri.

"L’obesità - si legge in una nota dell'ordine dei medici teatini - incide profondamente sullo stato di salute poiché si accompagna a importanti malattie quali il diabete mellito di tipo 2, l’ipertensione arteriosa, la cardiopatia ischemica e altre condizioni morbose che, in varia misura, peggiorano la qualità di vita e ne riducono la durata. Sovrappeso e obesità sono, inoltre, tra i principali fattori di rischio oncologico. È necessario contrastare il sovrappeso e l’obesità anche nell’anziano, non solo per ridurre il rischio cardio-metabolico, ma soprattutto per ridurre la disabilità a essi correlata".

"La pandemia da Covid-19 ha purtroppo, determinato aumento di casi di obesità. A tre anni di distanza dall’inizio della pandemia, il Covid-19 ha peggiorato il quadro dell’obesità in Italia e in Europa. Le persone obese e in sovrappeso, rivela l'Oms Europa, 'sono state colpite in modo sproporzionato dalle conseguenze della pandemia. Ci sono stati cambiamenti sfavorevoli nel consumo di cibo e nei modelli di attività fisica che avranno effetti sulla salute della popolazione negli anni a venire e richiederanno uno sforzo significativo” per invertirli.

Il rapporto dell’Organizzazione mondiale della Sanità raccomanda in particolare una serie di interventi e politiche che gli Stati membri possono prendere in considerazione per prevenire e affrontare l’obesità e le sue conseguenze.

"Per non parlare del fatto che le persone affette da obesità (anche lieve) sono maggiormente a rischio di sviluppare forme gravi di Covid-19 che possono portare fino al decesso. Diversi studi - spiega l'ordine dei medici - hanno confermato che quanto più l’eccesso di peso è marcato, tanto più elevato è il rischio che corre chi risulta positivo all’infezione da Sars-CoV-2. L’impatto dell’obesità e delle sue conseguenze richiede interventi urgenti e incisivi per contrastarne la diffusione. Un approccio strategico intersettoriale, attento a tutti i determinanti socioculturali, ambientali, relazionali ed emotivi che influenzano le abitudini alimentari e lo stile di vita è, pertanto, necessario al fine di promuovere stili di vita sani, prevenire l’insorgenza di sovrappeso/obesità, individuare precocemente i soggetti a rischio e prevenire le eventuali complicanze clinico-metaboliche legate-

"Questa giornata di approfondimento e confronto tra professionisti - dicono - si pone l’obbiettivo di approcciare un problema di sanità pubblica molto complesso, valutandone le diverse sfaccettature. Allo stesso tempo vuole far conoscere le opportunità di trattamento e presa in carico che esistono sul nostro territorio allo scopo di trovare possibili soluzioni per i nostri pazienti e realizzare quella vera integrazione tra territorio e ospedale, e viceversa, sempre nel rispetto e a tutela del paziente, soprattutto quello più fragile e bisognoso di cure e assistenza. Il ruolo dell’Ordine dei Medici, infine, è non solo quello di favorire la costruzione di un dialogo tra colleghi, seppure all’interno delle rispettive specificità e nel rispetto
del codice deontologico ma, ancora di più, quello di garantire il benessere e il più alto livello possibile di salute del cittadino, così come previsto anche dall’Agenda Onu 2030: Ogni persona deve avere il diritto, la possibilità e le garanzie per vivere senza patimenti e privazioni, in salute, all’interno di un ecosistema pulito e non inquinato".

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